Economia Finanza

Una missione che è partita nel 1978. Roma impiega circa 1.200 militari




La missione Unifil e una forza di interposizione delle Nazioni Unite in Libano, creata il 19 marzo 1978 con le risoluzioni 425 e 426 del consiglio di sicurezza dell'Onu con lo scopo di monitorare la cessazione delle ostilità, assistendo l'attività delle forze armate libanesi , vigilare sul rispetto della Blue Line, supportare la popolazione locale, check point e pattugliamento. Il ruolo dell'Italia all'interno della missione è da sempre molto importante e attualmente il nostro Paese partecipa con 1.200 militari su un massimo autorizzato di 1.256 unità, poi 374 mezzi terrestri e 6 mezzi aerei. La «joint task force» italiana è principalmente composta da militari della Brigata Granatieri di Sardegna e comprende diversi assetti nazionali: il Comando del Settore Ovest stanziato nella base Millevoi a Shama; il Centro amministrativo d'intendenza di stanza nella base di Shama; un'unità di supporto alle attività operative dislocata presso la base di Shama per il supporto diretto al Settore Ovest attraverso assetti specialistici; una task force di manovra Italbatt, dislocata presso la base di Al Mansouri, su base un Reggimento Granatieri di Sardegna che contribuisce con i Battle Groups delle altre nazioni al controllo della Blue Line e del territorio del Sud in assistenza alle forze armate libanesi. Completano il contingente nazionale un componente di polizia militare dei Carabinieri (sempre a Shama) e un componente dell'Aviazione dell'esercito. Già qualche mese fa l'Unifil denunciò l'uso di fosforo bianco da parte di Israele. «Abbiamo osservato colpi di artiglieria in cui sono state utilizzate utili al fosforo bianco in almeno tre occasioni: il 3 marzo vicino a Dayr Amis (Settore Ovest), il 3 aprile vicino ad Ayta al-Shàb (Settore Ovest) e il 6 giugno vicino ad Arab al-Luwayzah (Settore Est)».

Il Consiglio di Sicurezza Onu ricevette il 12 luglio 2024 il dettagliato report dell'Unifil di 26 pagine. Il 6 ottobre l'Unifil parlò di grande preoccupazione «per le recenti attività delle Idf all'interno del territorio libanese».



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