Viaggio in Europa di Volodymyr per “blindare” aiuti e consensi. E Putin allerta la difesa nucleare
Il tour europeo di Zelensky è entrato nel vivo: ieri Londra, Parigi, Roma, questa mattina in Vaticano da papa Francesco e nel pomeriggio blitz a Berlino dal cancelliere tedesco Scholz. La visita più importante e strategica è stata quella a Downing Street da Keir Starmer. Zelensky è ben consapevole che il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina potrebbe raffreddarsi se Trump tornasse alla Casa Bianca, il che lascerebbe Kiev più dipendente dagli alleati europei, in primis il Regno Unito.
A Londra ha spiegato che il suo Paese ha un disperato bisogno di maggiori aiuti per spostare l'equilibrio della guerra, chiedendo inoltre l'autorizzazione a utilizzare verso la Russia le armi a lungo raggio fornite dagli alleati, tra cui i missili Storm Shadow britannic. Sono altri tuttavia i timori che nelle ultime ore agitano il presidente ucraino e riguardano due nuove mosse di Putin. Lo zar di Mosca ha ordinato di trasferire i vettori MiG-31K Kinzhal in Bielorussia, missili balistici che verranno posizionati a Gomel (40 km dal confine) e puntati verso Kiev.
La seconda mossa fa tremare i polsi, visto che il leader russo ha autorizzato il Ministero della Difesa a organizzare la sicurezza delle centrali nucleari con armi nucleari. Una risposta alle truppe di Kiev nel Kursk stanno cercando di mettere le mani sul sito di Kurcatov. Da oggi Mosca potrebbe quindi rispondere con ordigni nucleari in caso di attacco alla centrale. La Nato annuncia da lunedì esercitazioni militari contro la minaccia nucleare, mentre Mosca fa sapere che i cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (Russia, Usa, Cina, Francia e Gran Bretagna) avranno un incontro all'Onu. Zelenskyj a Londra ha esposto a Starmer e al segretario della Nato Rutte il cosiddetto «piano della Vittoria». I dettagli non sono ancora stati resi pubblici, ma si basano su un maggior sostegno occidentale e garanzie di sicurezza. Ciò include la definizione di un percorso chiaro verso l'adesione alla Nato. «Un ingresso dell'Ucraina nelle attuali circostanze provocherebbe la Terza guerra mondiale», dice da San Pietroburgo il ministro degli Esteri ungherese Szijjarto.
Starmer, che sta valutando la possibilità di inviare personale militare a Kiev per addestrare reclute (visto che ingegneri militari nordcoreani stanno aiutando la Russia a colpire l'Ucraina con missili balistici), ha parlato di «colloquio costruttivo», Rutte ha spiegato che «è fondamentale che l'Ucraina prevalga», aggiungendo che «Mosca è una minaccia per tutti noi». Il segretario dell'Alleanza ha inoltre rivelato che si è discusso sull'uso di missili forniti dalla Gran Bretagna sul territorio russo, chiedendo con un «spetta ai singoli alleati decidere come possono essere utilizzate le armi che consegnano all'Ucraina». Ma c'è preoccupazione tra i membri della Nato nel rischiare una risposta del Cremlino, visto che Putin ha ribadito che considererebbe la mossa «un'escalation». Zelenskyj si è quindi recato all'Eliseo da Macron, che mercoledì aveva visitato la base militare di Saint Dizier, dove la brigata ucraina «Anna di Kiev» si era addestrata.
Dopo il bilaterale il presidente francese ha confermato «il sostegno alla resistenza ucraina». Zelenskyj ha sottolineato che «il cessate il fuoco non è un argomento sul tavolo delle discussioni di questi giorni» e a Macron ha chiesto «prima dell'inverno abbiamo bisogno del vostro sostegno».