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Citroen BX, il design italiano squadrato e i satelliti del volante


Prodotta dal 1982 al 1994, la berlina della casa francese fu disegnata da Marcello Gandini e si caratterizzò per le sue forme estremamente squadrate, conquistando un buon successo commerciale

Nico Patrizi

13 ottobre – 16:56 – MILANO

Uno dei modelli più popolari della Citroen nel primo periodo della gestione Sal è certamente la BXintrodotto sul mercato nel 1982 in sostituzione della Gsa. Rimasta in produzione per ben dodici anni, rappresentò un punto di svolta della Citroen introducendo un design estremamente squadratodestinato a caratterizzare i modelli della casa dei Due Chevron per tutti gli anni Ottanta.

SEI ANNI DI GESTAZIONE

Le basi per la nascita della BX furono gettate nel 1977 con il progetto XBche intendeva modernizzare la carrozzeria a due volumi adottata prima dalla GS e poi dalla Gsa mantenendo altresì l'uso delle apprezzate sospensioni idroneumatiche autolivellanti adattive semi-attive. La Citroen faticò molto per trovare un design convincente, complice la “perdita” di Roberto Oproned alla fine si deciso di ricorrere all'aiuto di Marcello Gandini della Bertone. Il creatore della Lamborghini Miura e della De Tomaso Pantera si ispirò ad alcuni precedenti concetti di Bertone, quali la Affidabile FW11 e la Volvo Tundraper ottenere una vettura estremamente aerodinamica in grado di offrire consumi ridotti. Il prodotto finito aveva dimensioni di poco superiori a quelle della Gsa, con un frontale sottile ed affilato a forme squadrate, fiancate dal profilo essenziale che mantenevano in segno di continuità con il passato le carenature sui passaruota posteriori, ed un posteriore massiccio dalla linearità estremamente ridotta .

UN DEBUTTO “AEREO”

L'esordio della BX avvenne in tre fasi distinte nel settembre del 1982: il 16 fu calata dalla Torre Eiffel una cassa di legno con dentro un esemplare della BX, destinata a toccare terra il successivo 25 settembre per il “primo contatto” con la stampa ed il pubblico. Il successivo 30 settembre, al salone dell'Automobile di Parigifu annunciata la commercializzazione della BX berlina a due volumi e cinque porte. La lunghezza della nuova vettura era di 4.230 mmmentre la larghezza di 1.670 mm e l'altezza di 1.360 millimetri. A segnare un'ulteriore “rottura” con il passato Citroen l'adozione dei nuovi motori Psa raffreddati ad acqua già collaudati con successo sulle Peugeot e le Talbot. Spiccava inoltre una strumentazione estremamente ricca con vasto impiego di componenti elettronici ed a Led. Due sistemi Prn o “satelliti” permettono agli utenti di regolare più facilmente e più velocemente i fari, i tergicristalli ei vari indicatori. La trazione era anteriore, mentre erano due i tipi di cambio utilizzati, entrambi manuali: a quattro rapporti per la BX14 con motore da 62 Cv ed a cinque per le versioni 14E, 14RE e 16. Quest'ultima versione disponeva della potenza più alta, 90 CVgarantito da un carburatore doppio corpo.

LA GAMMA SI ESTENDE

Il successo della BX fu immediato, al punto che la produzione fu presto estesa allo storico stabilimento spagnolo di Vigo. Già nel 1983 arrivarono le prime BX a motore Diesel, dotate di un motore Xud da 1,9 litri in grado di erogare una potenza massima di 65 Cv. Nel frattempo crescevano le innovazioni tecnologiche: nel 1984 la versione con motore da 1,6 litri fu dotata di cambio automatico a quattro marce, quindi la nuova BX 19 GT ebbe in dotazione servosterzo e computer di bordo. Il progresso tecnico, intanto, portava la motorizzazione della BX 16 ad un aumento di potenza, salita a 94 Cv. Nel 1985 fu introdotta la Pausa BXla versione station wagon realizzata dalla Heuliez. Con un corpo vettura più lungo di diciassette centimetri rispetto alla versione berlina ed una capacità di carico di 1.800 litrila BX Break adottava anch'essa forme estremamente squadrate rivelandosi in tutto e per tutto migliore della “antenata” Gsa Break.

LE VERSIONI SPORTIVE

Nel 1985 la Citroen realizzò ben due versioni di taglio sportivo della BX. La più celebre è senza dubbio la BX4TCstudiata per un esordio nel Mondiale Rally e realizzata in duecento esemplari stradali per ottenere l'omologazione Fisa. Dotata di forme ben più esasperate della BX tradizionale, specialmente sulle fidanzate il cui design risulta “bombato”, la BX 4 TC dispone di un motore anteriore quattro cilindri in linea da 2141 centimetri cubi di alimentazione ad iniezione elettronica Bosch K-Jetronic e sovralimentato con un turbocompressore Garrett e intercooler aria/aria. Il cambio era manuale a cinque marce e le prestazioni erano davvero ragguardevoli: la versione stradale raggiungeva una velocità di 220 km/h mentre quella da rally arrivava addirittura a toccare i 280 km/h. Purtroppo, l'impiego della trazione anteriore e una meccanica piuttosto delicata causarono il rapido accantonamento di questo progetto, con appena ottantasei esemplari stradali venduti. Più fortunata fu la BX Sportdotato del motore 1.9 XU da 105 Cv della BX 19 GT profondamente rivisto a livello meccanico ed ulteriormente potenziato con due carburatori doppiocorpo Solex Addhe 40 ad apertura simultanea. Forte di una carrozzeria dal profilo estremamente aggressivo e di interni estremamente curati, la BX Sport conobbe un ottimo successo commerciale, diventando estremamente ricercata dagli appassionati. La BX Sport fu apprezzata anche in Italia, anche se vennero commercializzati solo duecento esemplari.

LA SECONDA SERIE

Il restyling della BX arrivato nell'estate del 1986 per opera del nuovo top designer della Citroen Carl Olsen. Il corpo vettura rimase sostanzialmente inalterato, salvo piccoli ritocchi estetici a livello di fanaleria, specchietti e copricerchi e dimensioni leggermente più ampie. Furono gli interni ad essere sottoposti alle modifiche più ampie, con un cruscotto decisamente meno esasperato di quello della prima serie. I sistemi PRN vennero sostituiti dai “normali” comandi a leva e le levette della sezione centrale del cruscotto, molto critici per la loro delicatezza, vennero rimpiazzate con le manopole. La gamma subì numerosi rimescolamenti, con la sparizione della BX Sport rimpiazzata dalla BX19Gti da 125 Cv alimentata ad iniezione elettronica. La BX GT lasciò spazio alla 19 Trs, mentre esordirono la “piccola” BX11 un motore 1.1 da 58 CV, la BX16 S con motore da 90 vV, la BX15RE dotata di un motore 1.6 da 80 Cv e la BX16 Tri equipaggiata col motore 1.6 ad iniezione da 105 vV che aveva fatto la fortuna della Peugeot 205 GTI. La condivisione di motori con la Peugeot sarebbe proseguita con la BX19Gti 16V, che adottava il motore 1.9 bialbero da 160 Cv già in dotazione alla 309. Negli stessi anni esordirono anche le prime versioni catalizzateed agli inizi del 1989 arrivarono anche i primi esemplari 4×4sfruttando la stessa trazione integrale della Peugeot 405. Grazie all'impiego dell'alimentazione ad iniezione e dell'ABS di serie, conseguirono un eccellente successo sul mercato. Nel 1987 la milionesima Citroen BX uscì dalle linee di produzione e fu introdotta anche l'ultima versione della Leaderuna delle varianti di maggior successo.

GLI ULTIMI ANNI

Con l'arrivo degli anni Novanta si moltiplicarono le versioni speciali tra cui l'economicissima Vantaggioso con motore Diesel da 1,7 litri e la Calanque con motore a benzina da 1,1 litri, ma l'arrivo di nuovi modelli in casa Citroen decretò il progressivo declino della BX. Nel 1991, con l'ingresso sul mercato della ZXvennero tolte di produzione quasi tutte le versioni a motorizzazione 1.4 con l'eccezione della Tge catalizzata. L'anno successivo vennero rimosse dal listino tutte le BX non catalizzate, fra cui la fortunata 4×4 Diesel. In casa Citroen intanto si lavorava sulla “erede” della BX: il nuovo progetto, inizialmente chiamato DX e poi ribattezzato Xantiauscì sui mercati nella seconda metà del 1993 portando alla fine della produzione delle BX berlina. La produzione delle vetture Rottura continuò ancora fino al 1994con gli ultimi esemplari venduti due anni più tardi.

L'EPILOGO “ITALIANO”

Si chiudeva così l'epopea della terza Citroen dal design italiano. Proprio vieni la 2CV e la DS designato da Flaminio Bertonianche la BX raccolse un ottimo successo commerciale anche se sui mercati italiani la versione berlina trova una agguerritissima concorrente nella Fiat Tipo. Quasi a volere chiudere un cerchio, la storia della BX berlina conobbe il suo epilogo proprio in quella Italia dove era stata progettata. Nel 1994, infatti, la filiale italiana della Citroen decise di “brandizzare” gli esemplari di BX sono rimasti in magazzino con il nome BX Fiorello in onore dello showman sicilianoal tempo estremamente popolare grazie al successo del Karaoke e testimonial della casa francese. L'espediente commerciale si rivelò un successo e la BX salutò il pubblico italiano “a testa alta”. Complessivamente, furono 2.315.739 gli esemplari di BX costruiti fino al 1994.





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