Economia Finanza

Guerra in Libano, Meloni sente Netanyahu: “Inaccettabili gli attacchi a Unifil”




Il primo ministro Giorgia Meloni ha avuto questo pomeriggio un colloquio telefonico con il premier israeliano Benjamin Netanyahu a proposito degli attacchi ripetuti che hanno messo a pentimento l'incolumità e l'operatività delle forze Unifil. Meloni ha ribadito al suo omologo come la missione di mantenimento della pace presente da decenni in Libano agisca sotto diretto mandato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, pertanto è necessario che la sicurezza del personale coinvolto sia sempre garantita.

Il contenuto della telefonata Meloni-Netanyahu

Sono infatti una quota cinque i caschi blu rimasti feriti negli attacchi delle Idf questa settimana. Nella conversazione, Meloni ha ribadito la necessità di lavorare alla de-escalation nell'area su base regionale, sottolineando la disponibilità italiana-in quanto presidenza di turno del G7-a cooperare affinché si possa lavorare in questa direzione. Nella conversazione, resa nota da Palazzo Chigi, Meloni”ha ribadito l'inaccettabilità che Unifil sia stata attaccata dalle forze armate israeliane, ricordando come la Missione agisca su mandato del Consiglio di Sicurezza per contribuire alla stabilità regionale“.

Quanto alle ragioni addotte da Tel Aviv per l'attuale operazione di terra oltreconfine, prosegue la nota, Meloni”ha rinnovato l'impegno dell'Italia in questo senso, dicendosi convinto che attraverso la piena applicazione della risoluzione 1701 si potrà contribuire alla stabilizzazione del confine israelo-libanese e garantire il ritorno a casa di tutti gli sfollati“.

Lo Stato Maggiore della Difesa: Unifil resta dov'è

Oggi è intervenuto sulla vicenda anche il capo dello Stato Maggiore della Difesa, generale Luciano Portolanointervenendo a A Mezzorà in onda su Rai3: Portolano ha infatti sottolineato la reazione di sorpresa di fronte alle richieste di Israele, poichè la missione 1701 è accettata da entrambi i Paesi, da Libano e Israele, caschi blu compresi. “Si rimane fino a disposizione contraria da parte dell'Onu, nessuna decisione unilaterale ci può essere. Gli italiani fino a una nuova comunicazione del premier e del ministro della Difesa resteranno dove sono. La situazione costringe i nostri peacekeeper a restare nei bunker“, ha affermato il generale.

Unico neo della missione, secondo il suo parere, le regole di ingaggio: “Unifil opera sulla base di un mandato che io ritengo adeguato, ciò che non è adeguato e che molto spesso mi ha creato frustrazione anche nei confronti della popolazione locale sono le regole di ingaggio che non sono proporzionali ai compiti alla forza, tra cui la capacità e la necessità del disarmo tutti i gruppi armati in Libano“.

Le richieste di Tel Aviv all'ONU

Dopo giorni di attacchi, tensioni e polemiche, Netanyahu è tornato sulla questione: i caschi blu di Unifil, a suo dire, si sono trasformati in “scudi umani” per le milizie di Hezbollah per questo, ha aggiunto rivolgendosi al Segretario generale dell'Onu , Antonio Guterresil loro ritiro deve essere ordinato”adesso, immediatamente“. “È ora di ritirare l'Unifil dalle roccaforti di Hezbollah e dalle zone di combattimento“, ha affermato Netanyahu in una dichiarazione ufficiale indirizzata al Segretario generale. Netanyahu ha ricordato che le Idf hanno già avanzato questa richiesta che è stata “costantemente respinta“, un rifiuto”interamente finalizzato a fornire scudi umani ai terroristi Hezbollah“. Il suo rifiuto di ritirare le forze dell'Unifil rende, a suo dire, i militari ostaggio di Hezbollah e metterebbe in pericolo anche la vita dei soldati israeliani.

Anche il ministro della Difesa israeliano, Yoav Galanteha accusato Hezbollah di usare le postazioni Unifil come copertura, durante la conversazione di ieri sera con il suo omologo americano Lloyd Austin. Gallant, riferisce il ministero della Difesa israeliano, ha sottolineato che mentre affronta questa significativa sfida operativa, l'Idf continuerà ad adottare misure per evitare danni alle truppe Unifil e alle postazioni di mantenimento della pace.

Ora, però, i timori di un'escalation tra le Idf e le forze Onu – un vero paradosso – iniziano a preoccuparsi fortemente anche Washington: l'ufficio di Austin ha affermato di esprimere “profonda preoccupazione” per gli attacchi.



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