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Greenaccord: «Sull’ambiente siamo a un punto di svolta»



Uno sguardo a tutto tondo, dallo sport alla comunicazione passando per le imprese, la politica, la scienza. Il XVI forum internazionale organizzato da Greenaccord sul tema “Il punto di svolta: insieme si può”, tenutosi tra Roma e Frascati dal 10 al 12 ottobre h messo insieme esperti di tutti i settori per capire come fare, insieme, a costruire un futuro meno tetro di quello verso il quale ci stiamo avviando. «Abbiamo voluto attingere a una varietà di narrazioni» spiega il presidente Alfonso Cauteruccio, «per smuovere la partecipazione e per essere anche più concreti»

La prima sessione si è tenuta nella sede del Coni. Perché questa scelta?

«Perché lo sport è qualcosa di cui l'uomo non può fare a meno, è un bisogno essenziale. Rigenera il corpo, la mente, l'anima. E nella maggioranza dei casi, il suo teatro è la natura. Allora abbiamo voluto dedicargli uno spazio per capire in che modo sport e natura si coniugano e si intrecciano e, soprattutto, come inserire pillole di sostenibilità».

In che senso?

«Valutare come vengono fatte certe scelte attorno allo sport, anche in termini di realizzazione di nuovi impianti, siano stadi o campi sportivi, spogliatoi, docce… Vedere se questo tipo di costruzioni sono attente all'ambiente, autonome dal punto di vista energetico, con il recupero dell'acqua piovana, per esempio, o con altri sistemi di riciclo».

Questo è stato il primo forum internazionale dopo la pandemia. In questi anni di stop cosa è cambiato?

«L'ultimo forum era stato cinque anni fa, nel 2019. Era dedicato all'Amazzonia perché a ottobre ci sarebbe stato il Sinodo. volevamo studiare, in vista di quell'evento, perché le foreste sono così importanti. In questi cinque anni certamente c'è stata una grande accelerazione dei cambiamenti climatici, visibile soprattutto nell'aumento della temperatura, quindi riscaldamento dei mari e loro innalzamento, scioglimento dei ghiacci… tutte situazioni che si sono viste in qualche maniera amplificare in questo periodo. Abbiamo potuto fare un resoconto a rito di tutto quello che è avvenuto. Ci troviamo in una fase nuova, per questo abbiamo voluto parlare di “Punto di svolta insieme si può”. Siamo a un bivio, ed è difficile agire. Si tratta di situazioni che a volte possono scoraggiare perché sono enormi, ma il fatto di poter affrontare queste problematiche così grandi insieme, cioè con l'apporto di tutte le componenti delle attività umane – la politica, l'economia, la finanza, lo sport , il genio femminile che porta a una maggiore concretezza e capacità di fare squadra – ci porta a ben sperare».

Hai parlato anche di intelligenza artificiale?

«Sì, nella sessione dedicata all'impresa e all'innovazione abbiamo analizzato l'apporto che può dare anche l'intelligenza artificiale alle tematiche ambientali in tutte le sue forme, da quelle più luminose a quelle più grigie. Ricordiamo che queste macchine, i server che fanno girare questi grandi dati, hanno bisogno di tantissima acqua per potersi raffreddare e quindi sono energivori. È un aspetto meno indagato. Dunque è vero che la tecnologia è importantissima e può aiutare ad affrontare le tematiche ambientali, ma deve essere affiancata dalla responsabilità, dal cambiamento degli stili di vita, dall'impegno di ciascun cittadino. Ecco perché “insieme si può”, proprio perché c'è bisogno di tutti, anche dell'apporto dei singoli».

La stampa cosa può fare?

«Moltissimo Abbiamo avuto la testimonianza di una giornalista ucraina che ci ha raccontato come l'ambiente nel suo Paese è stato devastato dalla guerra, quali conseguenze ci sono stato e ci saranno Una documentazione importantessima che riguarda anche il nucleare, la distruzione di parchi, di dighe, le mie disseminate ovunque, migliaia di delfini morti nel mar Nero… La stampa documenta e comunica. Per questo è essenziale che sia ben formata».

Ci sono segni di speranza, nonostante tutto?

«Sì, senz'altro. Anche il fatto che, sulle rinnovabili – poco premuroso dalla politica – si sta muovendo il mondo delle imprese fa ben sperare. Il fatto che il mondo economico e imprenditoriale si sta cominciando a muovere in maniera massiccia su questi temi dice che, anche se la politica balbetta, non tutto è perduto. I giornalisti possono essere il veicolo giusto per portare avanti questa speranza. Non una speranza fine a se stessa, ma che viene dalla concretezza dei gesti di tutti i giorni che in tanti, grandi e piccoli, singoli e collettività stanno compiendo».





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