Economia Finanza

Le gallerie che l'Onu non ha mai visto




Eccoli i tunnel usati da Hezbollah nel sud del Libano per nascondere armi e missili con cui portare attacchi al poco distante Stato ebraico.

Vicini, vicinissimi alle postazioni dei caschi blu occupate anche dai soldati italiani, che quegli attacchi tra l'altro dovrebbero prevenire. Postazioni che l'esercito israeliano in questi giorni ha più volte attaccato, oltrepassando così una linea rossa che è parsa più rossa di tante altre già impunemente varcate in questo terribile anno inaugurato da Hamas con gli orrori del 7 ottobre 2023.

È lo stesso esercito di Israele a mostrare al mondo queste sinistre gallerie, che tanto ricordano quelle costruite da Hamas nel sottosuolo di Gaza per trasformare quel territorio palestinese, affollato come un formicaio, in una base per attacchi terroristici.

Il governo di Benjamin Netanyahu giustifica in pratica così gli scandalosi attacchi israeliani di questi giorni a base Unifil: Hezbollah, proprio come Hamas, si fa schermo di innocenti, si nasconde a poche centinaia di metri da bersagli intoccabili pensando di fermarci. Ma noi non ci fermeremo.

Perché il punto per comprendere l'incomprensibile è questo.

Israele non è uno Stato come un altro: è fondato da un popolo che si definisce eletto su quella che ritiene una terra conferitagli per legge divina. Combatte una battaglia mortale contro nemici che obbediscono a leggi divine altrettanto categoriche.

E quando c'è di mezzo la volontà di Dio, l'umanissima Onu viene dopo, giusto o sbagliato che sia.



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