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Manovra 2025, l'opposizione all'attacco: “Misure 'truffa', solo propaganda da parte del governo” – Orizzonte Scuola Notizie


L'approvazione della Manovra 2025 da parte del governo ha suscitato forti critiche da parte delle opposizioni, focalizzandosi principalmente su due aspetti: i fondi destinati alla sanità e il meccanismo fiscale applicato alle banche.

Le critiche più aspre riguardano l'entità dei fondi destinati alla sanità. Secondo l'opposizione, i 3,7 miliardi di euro annunciati dal governo si ridurrebbero a soli 900 milioni per il 2025, una cifra ben inferiore a quanto dichiarato. Elly Schleinleader del Partito Democratico, accusa il governo di propaganda, sottolineando che i fondi effettivamente disponibili sono meno della metà di quanto promesso.

Giuseppe Conteleader del M5S, ha espresso preoccupazione per la situazione critica dei pronto soccorso e dei tempi di attesa per gli esami diagnostici, esortando il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a impegnarsi per ottenere i finanziamenti necessari.

Anche Raffaella Paitaesponente di Italia Viva critica la manovra, definendola un “gioco delle tre carte” e sostenendo che i medici, già sul piede di guerra, meritano un sostegno concreto.

Il secondo punto della controversia riguarda il meccanismo fiscale applicato al settore bancario. L'opposizione accusa il governo di aver mascherato un anticipo di tasse come una nuova impostazione sugli extraprofitti.

Elly Schlein e Giuseppe Conte hanno denunciato l'assenza di una vera tassa sulle banche, definendo il provvedimento un “imbroglio” e un “prestito” che i contribuenti dovranno restituire tra il 2027 e il 2029.

Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) e Angelo Bonelli (Verdi) hanno criticato aspramente il governo, bollando la misura come una “truffa” e attaccando le dichiarazioni di Giorgia Meloni in aula. Carlo Calenda (Azione) ha ribadito che i 3,5 miliardi dalle banche sono solo un anticipo d'imposta, non un contributo reale.

Legge di Bilancio 2025, attesa per il testo in Parlamento. Dal 21 ottobre il vaglio della Camera, poi il Senato. Approvazione entro Natale



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