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“Perché io non spero più di ritornare”: lo spettacolo teatrale di Emidio Clementi insieme a Corrado Nuccini a dicembre a Bologna


credito: Sara Tosi

Segnaliamo con molto piacere “Perché io non spero più di ritornare”, il primo spettacolo teatrale di Emidio Clementi insieme a Corrado Nucciniin programma per un'unica e preziosa data venerdì 13 dicembre all'Arena del Sole di Bologna. Biglietti QUI.

Un viaggio sospeso tra parole e musica che esplora l'Altrove, quel concetto tanto materico quanto spirituale che da sempre attrae e disorienta, affascina e spaventa, insegue ed è inseguito dall'uomo.

Scritto e interpretato dal musicista e scrittore, leader della band di culto Massimo Volumecon il progetto musicale del chitarrista e fondatore dei Giardini di Miròlo spettacolo è naturale evoluzione e intima sintesi della trilogia musicale e letteraria creata da Clementi e Nuccini nell'arco di un decennio: “Notturno Americano”, in cui ripercorrevano l'America urbana del primo '900 descritta da Emanuele Carnevali“Quattro Quartetti”, testamento letterario di TSEliote “Motel Chronicles”, di cui hanno tradotto e trasportato in musica alcuni estratti dell'omonimo lavoro di Sam Shepard.

A fare da filo conduttore tra i tre romanzi la voce autobiografica di Clementi con il suo “L'ultimo dio” (Fazi), che narra della sua fuga dalla provincia e dell'incontro con la scrittura e la figura di Carnevali.

Un altrove inteso sì come scoperta, ma anche come spaesamento, che per la prima volta sale su un palco in veste di interprete teatrale. In effetti tutti e tre gli scrittori raccontano di un luogo (e da un luogo) che non è il loro, che li rende stranieri (le camere d'albergo di Shepardle strade di New York di Carnevali, il mare e il tempo di Eliot), ma di cui hanno bisogno per accendere la propria voce poetica e raccontare il mondo.

Il titolo dello spettacolo ribadisce proprio quest'ambiguità: “Perché io non spero più di ritornare” è un verso di Guido Cavalcanti ma è anche l'incipit di “Mercoledì delle ceneri” di TSEliotin cui l'autore esprime il desiderio di un ritorno o forse, invece, il suo contrario.



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