Ricette

Ecco perché troppi eventi legati al vino fanno solo male al vino



La maggior parte degli eventi che si propongono di promuovere tutto ciò che ruota attorno all'argomento e al prodotto non hanno alcun ritorno per il produttore. Si tratta semplicemente di scatole vuote da finanziare che portano beneficio soltanto agli organizzatori spesso supportati dalla politica locale. Il discorso vale per la maggioranza delle manifestazioni che si rivolgono al consumatore finale (B2C, Business to Consumer) e non a quelle B2B (Business to Business, come nel caso delle fiere tipo Vinitaly, Prowine e da ultimo, in forte crescita di interesse, Vino Parigi).

Non va decisamente meglio il discorso intorno a riconoscimenti e premi vari (che suggerisco di chiamare “awards” per essere sempre à la page). Anche in questo caso il numero di onorificenze, targhe, coppe e medaglioni è parte integrante di ogni piccolo evento organizzato, con un risultato chiaro: distribuzione infinita e dispersiva di riconoscimenti inservibili da un lato e consumatori confusi – oltre che sempre meno interessati – dall'altro.

Parlando di fiere, se diamo a quelle ben organizzate il ruolo di mettere a disposizione dei produttori il maggior numero di potenziali nuovi clienti, la capacità e l'esperienza di Prowein (a Düsseldorf) e Vinitaly (a Verona) sono ancora attualmente le migliori sulla piazza. Attenzione però perché il mondo cambia stile e direzione in un batter d'occhio e questo andamento non è da prendere sotto gamba. Il successo riscontrato dalle ultime edizioni di Vino Parigi (erede della defunta Vinexpo a Bordeaux) segna un modo nuovo di utilizzare gli spazi fieristici tradizionali con l'obiettivo di rivolgere la comunicazione – giovane e dinamica – a un pubblico specializzato, molto preparato e sempre alla ricerca di nuove proposte di qualità. A parte il fatto che un viaggio a Parigi sia più semplice e godibile che non a Bordeaux oa Düsseldorf, con rispetto parlando.

Per il futuro vedo molto probabile che la formula della fiera classica non corrisponda più all'attuale modello di business degli operatori. Di sicuro la soluzione non si intravede nei numerosi eventi locali in giro per le città durante il corso di tutto l'anno. Tuttavia rilievo che Vinitaly rimane un evento molto rispettato a livello internazionale ed è importante che l'Italia continui ad avere una bandiera fieristica sul vino; lo vedo anche come segnale istituzionale e politico. È bene, pertanto, che questa fiera a Verona resti viva e in salute; casomai suggerirei ai produttori di limitare la partecipazione a eventi locali e cittadini. Ma vedo intorno che la direzione della filiera vitivinicola è già quella.

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