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La Banca dei Valori: un viaggio nella storia etica e sociale di Intesa Sanpaolo


Il saggio La Banca dei Valori, di Francesco Antonioli si concentra sulla profonda ricostruzione storica e sociale che l'autore offre dell'istituto bancario San Paolo, oggi conosciuto come Intesa Sanpaolo dopo la fusione con Banca Intesa. Il volume edito da Leo S. Olschki nel 2024, fa parte di una collana di studi promossi dalla Fondazione 1563 per l'Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo e si propone di rispondere a un quesito cruciale: come una delle più grandi banche italiane si sia trasformata in una vera e propria “banca-istituzione” con un marcato impatto civico e sociale. La particolarità è che non ha nulla di austero come spesso accade per questo genere di saggi, ma è una cavalcata avvincente nella storia d'Italia vista, per così dire, dall'osservatorio privilegiato del grattacielo San Paolo di Corso Inghilterra, il più alto della città della Mole, senza mai cadere nell'accademia sterile, con un piglio narrativo che sorprende.

La struttura del libro segue infatti un itinerario che parte dalle origini della Compagnia di San Paolo, fondata nel 1563, con radici dei Monti di Pietà, e arriva alla grande fusione tra Sanpaolo Imi e Banca Intesa nel 2007, tracciando un percorso in cui la crescita finanziaria si intreccia costantemente con una responsabilità sociale molto marcata. Uno degli aspetti più interessanti è la riflessione sull'evoluzione del concetto di “banca” e sull'importanza del rapporto fiduciario tra l'istituto bancario e la sua clientela, che si snoda lungo secoli di storia, da quando la banca nasceva come strumento per sottrarre i cittadini meno abbienti agli usurai grazie ai Monti di Pietà.

Antonioli non si limita a una narrazione meramente cronologica. L'autore riesce a coniugare un rigoroso approccio storiografico con l'agilità tipica del giornalismo, mantenendo vivo l'interesse del lettore attraverso episodi avvincenti, come la fondazione dei Monti di Pietà nel XV secolo da parte dei francescani e il loro contributo nel ridurre l 'impatto dell'usura nelle comunità più povere. Il libro esplora poi come questi valori si sono evoluti e consolidati nel tempo, passando da semplici atti di beneficenza a una vera e propria filosofia aziendale orientata all'inclusione e alla sostenibilità, aspetti che oggi trovano riscontro nelle strategie ESG (Environmental, Social, and Governance) adottano dalle grandi imprese. Delineare la storia della San Paolo (poi San Paolo Intesa) significa ripercorrere la storia dell'economia di Torino e del Piemonte, con addentellati nelle imprese nazionali e alla presenza internazionale.

Uno dei punti di forza del volume è la capacità di rendere tangibili le grandi trasformazioni storiche e sociali attraverso i protagonisti di questo lungo percorso. L'autore non esita a citare figure come Luigi Einaudi, il quale aveva intuito già all'inizio del XX secolo l'importanza di una gestione bancaria onesta e trasparente, un tema che si ripropone nel corso della storia del San Paolo e delle sue successive incarnazioni. Viene sottolineato il ruolo di grandi banchieri e amministratori che, nel corso dei secoli, hanno saputo coniugare il profitto con una visione etica e civica del fare banca. Queste figure, a metà tra il mito e la realtà, non sono meri ricordi polverosi, ma rappresentano il filo conduttore di un'etica del risparmio che ancora oggi si riflette nelle strategie di governance di Intesa Sanpaolo.

L'opera è arricchita da un'ampia documentazione archivistica, curata dalla Fondazione 1563, che offre al lettore uno sguardo unico su oltre cinque secoli di storia bancaria. Le fonti utilizzate includono non solo testi economici e giuridici, ma anche testimonianze dirette di uomini e donne che, nel corso del tempo, hanno contribuito allo sviluppo della banca e alla sua trasformazione in un'istituzione di riferimento non solo per il mondo finanziario, ma anche per la società civile. Lo sguardio alla società civile è costante, come si evince nel Programma Filiere, che fa da supporto alle industrie manufatturiere, quasi un “presupposto antropologico” rispetto al mercato e alle sue derivano liberiste. «Uno spazio dove certo non vanno eliminare la concorrenza e la competitività, ma con uno spirito diverso sul modo di intendere le relazioni: non homo homini lupusmamma homo homini natura amicuslo guardo – anche in questo caso, della economia civile. Bisogna presente avere come lente con cui osservare l'evoluzione della banca», scrive Antonioli.

Un altro aspetto interessante del libro è l'attenzione riservata al concetto di “sostenibilità”, che, come sottolinea anche l'introduzione di Gian Maria Gros-Pietro, è oggi un elemento centrale nella valutazione delle attività delle grandi imprese. La narrazione di Antonioli evidenzia come questo principio fosse radicato nella storia del San Paolo fin dalle sue origini e come, negli ultimi decenni, si sia trasformato in un pilastro fondamentale delle strategie di governance dell'istituto. L'autore riflette sulla capacità della banca di adattarsi ai cambiamenti globali, senza mai perdere di vista la sua missione originaria di supporto alla comunità.

In conclusione, La Banca dei Valori è un libro che riesce a fondere la narrazione storica con una profonda riflessione sul ruolo delle banche nella società contemporanea. La capacità di Antonioli di rendere accessibili temi complessi attraverso uno stile narrativo fluido e avvincente, rendendo l'opera una lettura obbligata per chiunque sia interessato alla storia economica italiana e all'evoluzione del concetto di banca come istituzione sociale.





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