Il ritorno, la recensione: l'Odissea secondo Uberto Pasolini, un viaggio senza mordente – Badtaste
È davvero difficile riconoscere il regista umanista figlio di Rossellini, De Sica e Ken Loach, vedendo Il ritorno (Il Ritorno). Stiamo parlando dell'Uberto Pasolini produttore di Monty completo (1997) ma sopratutto regista dei bellissimi Machan (2008), Natura morta (2013) e Da nessuna parte speciale (2020).
Il cineasta inglese ha lasciato le storie di perdenti sociali per affrontare uno dei personaggi più vincenti del mito greco: Ulisse. La sua rilettura dell'Odissea è un'opera patinata e fasulla, drammaticamente incerta tra l'essere rigorosa come Nostos (1989) di Franco Piavoli (una delle letture omeriche più raffinate e fuori dagli schemi) o svaccata blockbuster come Troia (2004) di Wolfgang Petersen. Il cast sembra una barzelletta perché sia Ralph Fiennes che Giulietta Binochenei panni di Ulisse e Penelope, sembrano proprio un bravo attore inglese che fa lo shakespeariano e una brava attrice francese che fa la sostenuta.
In un'Itaca inquadrata come fosse un villaggio vacanze, Ulisse torna stanco, dimagrito e depresso eccezion fatta che sfoggerà arti marziali degne di Ercole, Aragorn e Bruce Lee messi insieme alla prima occorrenza necessaria. Dicesi europudding: produzioni internazionali crocevia di nazioni (qui Italia + Inghilterra) che sembrano minestre riscaldate con grandi attori infilati a caso dentro immagini senza mordente. Fotografia solare e sgargiante, sceneggiatura ridondante, recitazione affettata e retorica. Anche il personaggio di Antinooleader dei pretendenti al talamo di Penelope, pare completamente svuotato di desiderio, rabbia e violenza.
Pasolini, coadiuvato nella sceneggiatura da John Collee ed Edoardo Bondnon rilegge il mito, non lo rivoluziona mai ma lo filma stancamente con un'idea di lusso produttivo piuttosto irritante. Speriamo di tornare presto al suo bellissimo cinema di umili lavavetri come nell'ultimo Da nessuna parte speciale presentato fuori Concorso a Venezia nel 2020. Inconcludente e non significativa la presenza del nostro Claudio Santamaria nei panni del capraio Eumeo, uno dei primi che incontra Ulisse dopo il suo ritorno a Itaca.
