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Salvini: 4 minuti di intervista al Tg1, il Pd: “Megafono di propaganda becera”. Il cdr della testata: “Il servizio pubblico deve essere super partes”


E' scontro sull'intervista di oltre quattro minuti al Tg1 delle 20 di Matteo Salvini in cui il vicepremier attacca le toghe, intrecciando il caso Albania e quello Braccia aperte. Il Pd protesta parlando di “megafono della propaganda becera” del leghista. Interviene anche il cdr della testata che ricorda come “il servizio pubblico deve essere super partes” e avverte: “Lesa l'equidistanza”. Il Carroccio replica che “i dem vogliono imbavagliare la Rai”.

L'intervista arriva nel pieno dello scontro tra governo e magistratura, con Nordio che definisce “anomalo” la sentenza del tribunale di Roma che aggiungere il ritorno in Italia dei migranti spediti nel centro albanese ha voluto da Giorgia Meloni. Citando proprio i migranti ri-spostati a Bari, Salvini dichiara: “Se qualcuno di questi dodici domani commettesse un reato, rapinasse, stuprasse, uccidesse qualcuno, chi ne paga le conseguenze? Il magistrato che li ha inviate in Italia?”. “Vorrei sapere perché tra tutti i lavoratori che pagano per i propri errori, i magistrati non pagano mai”, aggiunge. Poi passa al processo Open Arms, in cui è imputato, sostenendo che “qualche magistrato ribalta il voto popolare e le leggi del governo”.

“Al Tg1 comizio delirante di Salvini che attacca i giudici che fanno il loro lavoro secondo le leggi e la Costituzione – tuona la segretaria dem Elly Schlein – . Rai svilita a megafono di un governo che vuole smontare la separazione dei poteri attaccando la magistratura. Non è possibile, non glielo permetteremo”.

Arriva la nota del comitato di redazione della testata dell'ammiraglia Rai: “Riteniamo che gli oltre quattro minuti di intervista al ministro Salvini, imputato nel processo Open Arms, andata in onda nell'edizione delle 20 del telegiornale, hanno leso uno dei principi alla base del nostro mestiere: l'equidistanza tra i soggetti di cui siamo chiamati ad occuparci”.

“L'informazione del servizio pubblico dev'essere sempre super partes e mai percepita come soltanto di una parte – continua il cdr – . Ci aspettiamo che, in vista della sentenza di dicembre, altrettanto spazio sia concesso alle parti civili”.

Di tutt'altro tenore, la controreplica del Carroccio che attacca il Pd: “Solidarietà alle giornaliste e ai giornalisti Rai che osano fare informazione, senza inchinarsi al Pd che ora minaccia il servizio pubblico e vorrebbe imbavagliarlo”.



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