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Il cardinale Schönborn: «Le parole di Maria alle Tre Fontane: un messaggio di speranza per un mondo in conflitto»


Il cardinale Cristoph Schönborn, a destra, con monsignor Baldassarre Reina.

«Anche se evocano grandi prove nella Chiesa e nel mondo, come la contro-testimonianza di molti sacerdoti e una possibile terza guerra mondiale che distruggerebbe anche la basilica di San Pietro, le parole della Vergine sono comunque piene di speranza: “Amatevi gli uni con gli altri. L'amore vince tutto. Unitevi nell'amore, abbiate una sola regola: il Vangelo vivente”». Così scrive il cardinale Cristoph Schönborn, arcivescovo metropolita di Vienna e presidente della commissione cardinalizia di controllo per le opere religiose nell'introduzione di La Vergine della Rivelazione. Il messaggio delle Tre Fontanededicato da François Vayne alla mariofania del 12 aprile 1947, quando la Madonna sarebbe apparsa a Bruno Cornacchiola, un settario violento che progettava di uccidere il Papa e ai suoi tre bambini in una grotta malfamata lungo la Laurentina, a Roma, oggi santuario, meta di pellegrinaggi, centro pulsante di preghiera e conversione.

Carlo Cornacchiola, a sinistra, col fratello Luigi.

Carlo Cornacchiola, a sinistra, col fratello Luigi.



Il libro, dopo il buon successo in Francia, è stato appena pubblicato in Italia dalla Ares e presentato proprio in questo luogo. «La vicinanza di Maria», ha detto, nel dibattito il porporato, teologo di fama mondiale, allievo di Benedetto XVI, che ha lavorato alla redazione del Catechismo della Chiesa cattolica, «oggi, nel mezzo, di quella che, come ci ricorda sovente papa Francesco è una vera e propria “guerra mondiale a pezzi” è ancora più importante. Noi a Vienna siamo molto vicini all'Ucraina e percepiamo gli effetti disastrosi del conflitto, solo uno dei tanti che divampano nel mondo e ai quali sembra non sia possibile trovare una soluzione. Sappiamo bene tutti cosa sta accadendo in Medio Oriente, ma nessuno parla del Sud-Sudan, dei milioni di profughi costretti a lasciare la loro terra per una sanguinosa lotta fratricida e di molti altri luoghi dove ogni speranza sembra essere vana. Come si fa a non perderla ea continuare a credere nella pace? Ed ecco che Colei che Gesù ci ha lasciato come Madre ci sostiene, non a caso la invochiamo, nella Salve Regina vieni “Madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra”. Da soli non possiamo tenere accesa questa forza di speranza, luce nel buio, abbiamo bisogno di Lei che ci riporta al Figlio. Questo è un luogo, come Lourdes, dove tanti hanno fatto esperienza della tenerezza della Vergine umanamente, corporalmente».

François Vayne.

François Vayne.

Alla domanda su un tratto del messaggio, che Maria avrebbe affidato a Cornacchiola («Io sono Colei che sono nella Trinità») e sulla riflessione che esso può suscitare da un punto di vista teologico Schönborn ha risposto: «Questa è la vocazione cristiana, ce lo dice il Vangelo di Giovanni (1,35, 40) i discepoli chiedono: “Maestro dove abiti?”. E Gesù: “Venite e vedete”. Maria che ci precede nella salvezza abitata nella Trinità, la dimora del Padre per chi abbraccia il Vangelo e vive secondo esso. Quelle parole sono un bellissimo invito a riorientare la nostra vita attraverso l'amore del Signore, a cambiare lo sguardo perché come ha detto Gesù “chi ama me, sarà amato dal Padre”».

Luciano Regolo.

Luciano Regolo.



Monsignor Baldassarre Reina, dal 6 ottobre vicario generale della diocesi di Roma, tra i nuovi cardinali creati da papa Francesco nel prossimo concistoro dell'8 dicembre, ha ricordato l'importanza dei santuari mariani come luoghi di riconciliazione e incontro con Dio, ancor più in vista del Giubileo del 2025 e di quello successivo del 2033 per il secondo millennio dalla Redenzione, tema ribadito poi anche da madre Rebecca Nazzaro, superiora delle Missionarie della Rivelazione, istituto religioso che è uno dei frutti tangibili dell'esperienza spirituale maturata alla Tre Fontane nel corso dei decenni, e direttrice della pastorale diocesana per i pellegrinaggi, ricostruendo con efficacia il significato più profondo del messaggio lasciato da Maria, con la Bibbia in mano e il manto di colore verde, in un antro che da luogo di peccato e morte, dove si praticavano gli aborti clandestini, si è trasformato in luogo di rinascita dell'anima, che accoglie le famiglie, sempre più insidiate dalle logiche contemporanee e dove si prega costantemente per il magistero del Pontefice. Particolare che colpisce, quest'ultimo, se si tiene conto che il veggente aveva già acquistato in Spagna, durante la Guerra Civile, un pugnale per uccidere Pio XII, al quale poi, pentito, lo con segnò. Anche Cornacchiola, ha spiegato Vayne, l'autore del saggio, che si avvale di molti documenti inediti conservati negli archivi del Sant'Uffizio, «subì una vera e propria metamorfosi interiore, lottò contro i suoi limiti ei suoi dubbi. Le sue incertezze, le sue debolizze, sono una testimonianza utile per ciascun credente, perché tutti noi siamo un po' Bruno Cornacchiola e possiamo vincere le nostre imperfezioni, soltanto aprendo del tutto il nostro cuore a Dio».

Un momento della presentazione del libro di Vayne.

Un momento della presentazione del libro di Vayne.

Il rettore del santuario don Renato Tarantelli Baccari, che ha composto una bellissima preghiera dedicata alla Vergine della Rivelazione approvata dal Papa, ha ricordato poi il legame tra la mariofania delle Tre fontane e il dogma dell'Assunzione, dalla cui proclamazione ricorreranno i 75 anni il 1° novembre 2025, nel tratto finale del Giubileo: «Le parole della Madonna al veggente “Il mio corpo non poteva marcire e non marcì, furono prese come ulteriore conferma da Pio XII sull'opportunità di dichiarare una verità di fede che ci indica in Maria la strada di rinascita che attende chi ama Dio, Lei è come dice papa Francesco, l'apripista nella via della salvezza». Don Renato ha anche mostrato un'immagine della statua originale i cui tratti del volto sono stati alterati da un restauro aggressivo, annunciando il proposito di un nuovo intervento che riporti il ​​simulacro all'aspetto originale. A moderare il dibattito, alla presenza di un folto pubblico, Luciano Regolo, condirettore di Famiglia Cristiana e Maria con te, che ha sottolineato come per molti aspetti la storia di questo santuario, intitolato per volere di san Giovanni Paolo II a Santa Maria del Terzo Millennio alle Tre fontane, sui cui prodigi non c'è stata ancora una pronuncia ufficiale della Chiesa, ha anticipato l'orientamento “codificato” nelle nuove norme per il discernimento dei fenomeni mistici, che privilegiano quale criterio dirimente i frutti spirituali e incoraggiano la cura pastorale dei pellegrini. Due elementi cruciali fin dall'inizio in quest'angolo lungo la Laurentina fin da quando Pio XII non diede ascolto ai veleni sulle presunte apparizioni, ricordando quante grazie e conversioni si erano registrate in poco tempo e la custodia della grotta, trasformata in chiesa, fu affidata ai francescani. Al termine dell'incontro, la breve ma intensa testimonianza di Carlo Cornacchiola, uno dei tre bambini, figli di Bruno che videro con lui la Bella Signora in quel lontano 1947: «Spesso mi chiedono di descrivere com'era, e io rispondo sempre allo stesso modo: non ci sono parole per descrivere la bellezza del Paradiso, dovremo attendere per vederla».





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