Economia Finanza

Adesione Ue, la Moldavia dice no. La presidente: «Attacco alla democrazia»


Nel finesettimana la Moldavia si è recata al voto per un doppio appuntamento elettorale cruciale per il futuro del Paese: per le elezioni presidenziali e per un referendum in cui dovranno decidere se inserire nella Costituzione il percorso di adesione per entrare nell'Unione europea. Le proiezioni diffuse nella notte vedevano il presidente moldava uscente, dichiaratamente pro Ue, Maya Sandu al 35,56% dei voti, mentre il principale candidato alternativo in corsa, il filo russo Alexander Stoianoglosi ferma al 29,31 per cento dei consensi. Quanto al cruciale referendum per l'adesione all'Ue, in base alle proiezioni il 'No' è in testa col 56,5% dei voti, mentre il sì si ferma al 43,5%. Lo riporta il sito di informazioni moldavo newsmaker.md.

Presidente Sandu: “Attacco senza precedenti alla democrazia”

Il voto è giunto in un momento di forte tensione politica interna, caratterizzato da denuncia di influenza russa da parte delle istituzioni Moldave e di rapporti sempre più tesi fra Chisinau e Mosca. In questo contesto il presidente Sandu ha parlato di “attacco senza precedenti alla libertà e alla democrazia del nostro Paese”, dopo che i dati parziali hanno mostrato che la maggioranza dei Moldavi ha scelto “no” al referendum per l'adesione all'Ue, tra i timori di un'ingerenza della Russia nel voto. “La Moldavia ha dovuto affrontare un attacco senza precedenti alla libertà e alla democrazia del nostro Paese, sia oggi che negli ultimi mesi”, ha detto Sandu ai sostenitori a Chisinau, aggiungendo che “gruppi criminali” hanno cercato di “indebolire un processo democratico” .

Affluenza alle urne oltre il 50%

La Commissione elettorale pur registrando diversi incidenti ha dichiarato valido il voto, che ha visto un'affluenza piuttosto alta: il 51,5% alle 21 rispetto al 48,3% registrato alla stessa ora nelle politiche del 2021 e al 45,6% delle presidenziali del 2020. Nel primo pomeriggio di oggi, lunedì 21 ottobre, ci sarà la valutazione sul voto degli osservatori Ocse. Nella giornata elettorale le autorità elettorali Moldave hanno segnalato grande affluenza nei seggi di Francia, Italia, Turchia, Romania, Belgio o Russia. In Romania, in particolare, a metà giornata si registravano lunghissime code al di fuori dei seggi allestiti a Bucarest. Il ministero degli esteri moldavo ha anche parlato di code create artificialmente nei due seggi di Mosca, per ostacolare le operazioni di voto. La polizia ha denunciato anche alcune gravi violazioni del processo elettorale, segnalando in particolare 34 episodi come schede fotografate, danneggiate, voti comprati, manifestazioni non autorizzate, o il trasporto organizzato degli elettori, e persino casi di teppismo.

Lo spettro della corruzione elettorale

Nei giorni scorsi sono scattate centinaia di arresti delle ultime ore per fermare una pervasiva macchina di corruzione. L'agit-prop, è emerso in particolare, è stato spregiudicato pur di destabilizzare questo piccolo e povero Stato tra Romania e Ucraina, poco più grande della Lombardia, 3 milioni e mezzo di abitanti: una pioggia di quattrini, 15 milioni di euro, incanalati nel Paese dall'oligarca fuggitivo Ilan Shor, che oltre a martellare i moldavi con diversi canali Telegram (il più noto, Evrasia, è stato chiuso), avrebbe pensato bene anche di cercare di comprare il No di 130 mila elettori. Mosca nega ogni ruolo, ma a rendere il quadro più minaccioso, si aggiunge anche la presenza di circa 2 mila soldati russi di stanza alle porte di casa, nel territorio dell'autoproclamata repubblica indipendente filo-russa della Transnistria (non riconosciuta dai Paesi Onu per i quali è formalmente parte della Moldavia), e la vicinissima guerra in Ucraina.



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