News

Il riscatto delle donne ucraine in Italia, da colf e badanti a farmaciste



Il lavoro riconquistato dopo la fuga dalla guerra e mesi trascorsi a fare lavori d'emergenza, dalla colf alla badante alla lavapiatti. La possibilità di veder riconosciuto anche nel nostro Paese il titolo di studio e di imparare la lingua italiana.

È la storia a lieto fine di quattordici farmaciste ucraina (tutte donne perché gli uomini devono restare a disposizione dello Stato e non possono lasciare il Paese), arrivate in Italia dopo lo scoppio della guerra, alle quali l'azienda milanese Ippocrate tiene, che gestisce una catena di farmacie, ha offerto la possibilità di tornare a fare il proprio lavoro di farmacista assumendole e inserendole nei punti vendita del gruppo che si trovano in Lombardia, Veneto, Marche e Friuli-Venezia Giulia con diversi ruoli, da collaboratori ad addetti vendite e magazzino.

Un progetto di aiuto concreto reso possibile grazie alla stretta collaborazione tra le autorità diplomatiche italiane e ucraine. Oksana Ushkalenko29 anni, in Italia da due anni, racconta di «aver migliorato notevolmente la propria vita» e si augura che non debba mai più affrontare un periodo così difficile. Nel suo Paese, dove lavorava come direttrice di farmacia e responsabile d'acquisto in una azienda che era leader nel settore della distribuzione dei farmaci, aveva buone prospettive di crescita professionale che purtroppo ha dovuto abbandonare quando è iniziato il conflitto. In Italia ha prima lavorato come badante, cameriera e lavapiatti e poi, grazie al “Progetto Ucraina” di Hippocrates, è tornata a fare il suo lavoro Dal 1° maggio scorso Oksana lavora in Lafarmacia.Tintori (una delle sedi del gruppo), continua studiare la lingua e sta procedendo con il riconoscimento del suo diploma da farmacista in Italia.

Olha Barhan, 37 anni, è arrivata in Italia nel marzo 2022 con sua figlia di nove anni. Aveva degli amici che le hanno offerto aiuto e l'hanno accolta, poi ha iniziato a studiare la lingua e dopo alcuni mesi ha trovato lavoro in un bar a Padova. Avendo fatto carriera in Ucraina da assistente di farmacista fino a diventare direttrice di farmacia, ruolo che ha ricoperto per gli ultimi undici anni prima della guerra, Olha sentiva il desiderio di ritornare alla sua precedente: «Quando ho saputo del progetto di Ippocrate, ho deciso di tentare ed è andato bene», spiega. Dall'8 luglio scorso lavora dietro al bancone, continua a studiare la lingua e sta procedendo con il riconoscimento del suo diploma in Italia.

Pavlyna Holban, 36 anni, lavorava come cameriera in un ristorante cercando d'imparare la lingua prima che si presentasse quest'opportunità.

Oksana Odynska, 42 anni, due lauree prese in Ucraina (una in linguistica e l'altra in farmacia) viveva a Ivano-Frankivs'k, dove negli ultimi cinque anni ha ricoperto il ruolo di direttrice di una farmacia aperta 24 ore su 24 nel centro della città. Poi è scappata in Italia. «Il trasferimento in un nuovo paese, senza conoscere la lingua e senza supporto, e senza sapere per quanto tempo sarebbe durata questa guerra, è stato molto difficile», racconta, «gradualmente sono riuscito a stabilizzarmi. Mio figlio ha iniziato la scuola secondaria. Dopo aver imparato un po' la lingua, ho trovato un lavoro come magazziniera in farmacia. Tuttavia, a causa di complicati aspetti burocratici legati al rinnovo del permesso di soggiorno per i rifugiati, il contratto non mi è stato rinnovato e ho dovuto riprendere la ricerca di un nuovo lavoro». Anche lei ora lavora in una farmacia del gruppo e sta aspettando i dati per fissare il colloquio per l'ottenimento del PEQR, cioè il titolo di studio parificato.

Oltre ad averle assunte, l'azienda ha organizzato per loro corsi intensivi di lingua on the job, offerta assistenza burocratica e amministrativa per parificare i titoli di studio e ottenere il permesso di soggiorno per i rifugiati. In alcuni casi, è stato offerto anche un alloggio temporaneo e l'aiuto per i figli a carico.

Nel progetto è stata coinvolta anche Maryna Khomenko, dottoressa in Farmacia e con un'esperienza amministrativa presso il consolato ucraino in Italia, che da aprile è entrata a far parte del team di “Lafarmacia” per partecipare i candidati su tutte le attività burocratiche, gestire i rapporti con le autorità diplomatiche e svolgere i colloqui in lingua italiana ed ucraina. «La finalità di questo progetto non è solo aiutare i farmacisti ucraini a superare le barriere burocratiche nel loro percorso verso l'impiego in Italia», spiega, «ma è soprattutto un sostegno concreto per tutti i miei connazionali che sono stati costretti a lasciare le loro case per sfuggire agli orrori della guerra, offrendo loro la possibilità di ritrovare fiducia in sé stessi e la gioia di tornare alla propria professione».

Davide TavanielloCo-CEO di Hippocrates Holding SpA, evidenzia i benefici di questo progetto: «Per i farmacisti ucraini – costretti a lasciare il loro paese e spesso a svolgere lavori non in linea con la loro formazione – rappresenta la possibilità di riprendere la propria attività in un ambiente stimolante e professionale. Per i nostri farmacisti, è l'occasione per arricchirsi confrontandosi con colleghi dalle diverse esperienze. Per “Lafarmacia”. significa inserire nuova forza lavoro qualificata in un periodo storico difficile per il reperimento di personale. Infine, anche per i nostri clienti/pazienti che possono contare su altre figure professionali altamente qualificate».





Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *