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La visita alle forze missilistiche poi il messaggio di Xi: “Pronti al combattimento”




Xi Jinping ha effettuato un'ispezione in una brigata della Forza missilistica dell'Esercito Popolare di Liberazione nel sud-est della Cinanella provincia dell'Anhui. La visita è avvenuta un mese dopo lo storico test di un missile balistico intercontinentaleil primo da 44 anni a questa parte realizzato da Pechino. Durante la visita, il presidente cinese ha sottolineato la necessità di avere a disposizione una deterrenza missilistica sempre più forte e una disciplina di ferro (tanto più dopo gli scandali corruzione che negli ultimi anni avevano scosso questo ramo dell'esercito). Ma non è finita qui, perché Xi avrebbe anche chiesto alla brigata di “adattarsi ai cambiamenti della guerra moderna e nei metodi di combattimento” oltre che di tenere sotto controllo le “missioni, gli avversari e il contesto internazionale“.

La visita di Xi alla brigata della Forza missilistica

Secondo quanto riportato dall'agenzia di Stato cinese XinhuaXi ha affermato che le truppe dovrebbero, da un lato, affinare le loro competenze nelle operazioni convenzionalie dall'altro sviluppare nuove competenzetattiche e abilità con nuovi equipaggiamenti in maniera sempre più “mirata“. “Le truppe missilistiche dovrebbero obbedire alle linee guida politiche e migliorare la deterrenza strategica e le capacità di combattimento”, ha spiegato Xi.

Xi si è poi recato al campo di addestramento della brigata, dove ha osservato”le prestazioni tattiche e tecniche delle armi e degli equipaggiamenti di recente introduzione” del gruppo militare e colomba “ha esaminato l'addestramento all'uso delle armi” degli stessi militari presenti. Il presidente cinese ha quindi chiesto agli ufficiali sforzi per intensificare l'addestramento delle truppe e migliorare la preparazione al combattimento in tutti i settori, nonché per “migliorare la capacità di combattimento“, in modo da salvaguardare efficacemente la sicurezza strategica nazionale e gli interessi fondamentali della Cina.

Xi Jinping ha infine sottolineato la necessità di rafforzare l'addestramento mirato con nuovi equipaggiamenti, nuove competenze e nuovi metodi di combattimento,”di migliorare il supporto e potenziare sistematicamente le capacità di combattimentoUna lunga perifrasi che lascia intendere come il leader cinese intende proseguire sulla strada della modernizzazione militare del Paese. C'è, tuttavia, chi ha letto l'ispezione di Xi come un segnale preoccupante, come una sorta di imminente richiamo alle armi da parte del Dragone…

Il messaggio di Pechino

A prima vista potrebbe sembrarlo, tanto più che la visita di Xi è avvenuta pochi giorni dopo le maxi esercitazioni militari Joint Sword 2024B avvenute a Taiwan. In realtà, quella del leader cinese era una visita volta a rilanciare l'immagine della Forza missilistica dell'esercito (Plarf). Istituita nel 2015 come parte della riforma globale delle forze armate del Paese, e voluta dal presidente in persona, la Plarf è diventata un pilastro centrale della strategia di difesa nazionale della Cina.

La Plarf è fondamentale per mantenere le capacità di deterrenza strategica della Cina e ha il compito di supervisionare l'arsenale nucleare del paese. Secondo il Libro bianco sulla difesa cinese del 2019, nonostante le dimensioni complessive dell'esercito nazionale siano state ridotte, la Plarf ha registrato una crescita significativa, a dimostrazione del suo ruolo fondamentale nella salvaguardia della sovranità e della sicurezza nazionale. Ultimo, ma non per importanzala richiamata Plarf è incaricata di numerose missioni critiche, tra cui la deterrenza strategica, la disattivazione delle difese aeree nemiche e la prevenzione dell'invasione del territorio cinese da parte di forze ostili, sia via terra, aria o mare.

La visita di Xi è dunque altamente simbolica.

È utile sia per far capire agli Stati Uniti che la Cina può andare ben oltre esercitazioni attorno a Taiwan ma soprattutto che la Forza missilistica ha adesso superato i suoi problemi interni (tra corruzione e altro ancora), e cioè gli stessi che avevano tenuto banco nel corso degli ultimi mesi (e che erano costati carissimi a ministri e alti funzionari). Il doppio messaggio è chiaro.



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