Istruzione

Scuola: contraddizioni normative. Lettera – Orizzonte Scuola Notizie


Inviata da Enrico Fortunato Maranzana – La scuola della partecipazione vs la scuola dell'adattamento: da una parte, un ambiente che promuove il coinvolgimento attivo degli studenti, dall'altra, un sistema che chiede loro di adeguarsi a regole ea giudizi. La legge 150/2024, con oggetto la valutazione delle prestazioni degli studenti e la tutela dell'autorevolezza del personale scolastico, opta per la seconda, discostandosi così dal sistema di regole vigenti.

La prima discrepanza riguarda il significato di “apprendimento”. La legge del 2019, cui fa riferimento la legge sopra richiamata, afferma: “Nell'ambito dell'insegnamento trasversale dell'educazione civica sono altresì promosse l'educazione stradale, l'educazione alla salute e al benessere, l'educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva (e solidale) e l'educazione finanziaria”. Questa visione, centrata sui contenuti, contrasta con quella della legge 12/2020, che orienta l'attività scolastica verso lo sviluppo delle capacità e delle competenze personali degli studenti, considerando conoscenze e abilità strumenti per la crescita individuale.

Anche l'aggettivo trasversale è carico di significato. Esso richiama il coordinamento interdisciplinare, previsto dal 1974 e mai praticato: tutti gli insegnamenti hanno la stessa finalità. Questo coordinamento è alla base dell'autonomia scolastica, che “Si sostanzia di progettualità educativa, formativa, dell'istruzione”, anch'essa disattesa.

Per quanto riguarda la tutela dell'autorevolezza del personale scolastico; la recente legge interviene e sanziona i trasgressori delle regole. Si tratta di una strategia a difesa dell'obsoleta organizzazione scolastica delle scuole; orientamento che contrasta con il DLgs del 97, che mira a “Promuovere, attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni”. Il conflitto tra l'obbedienza passiva e il coinvolgimento attivo degli studenti è lampante.

La divergenza di cui si è detto non è un fatto isolato. Si pensa ad esempio al DDL “Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive”, trasmesso in questi giorni al Senato per l'approvazione definitiva. Non si tratta di una “introduzione” della “Programmazione dell'azione educativa”, in ordinamento da mezzo secolo. In un contesto in cui la confusione regna sovrana domandiamoci: quale futuro stiamo costruendo per i nostri giovani?



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