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Oggi “Homegrown” dei Dodgy compie 30 anni


Chi volesse andare nel Regno Unito a godersi un live dei losco, in questo periodo, probabilmente, incapperebbe in una data del tour in cui stanno riproponendo dal vivo tutto questo delizioso secondo album. Ho avuto la fortuna di vedere ben due date dei cari ragazzi di Hounslow, proprio in questo tour, e vi assicuro che mi sono sempre divertito un sacco (il top però l'ho raggiunto nella loro data di supporto ai Supererba al Velvet di Rimini, ma questa è un'altra storia!!). Si perché, devo ammetterlo, ho sempre associato la parola Dubbioso a divertimento e non perchè loro mandino tuto in vacca e facciano i clown, no, anzi, ci si diverte per la loro bravura, per il coinvolgimento assoluto e per la piacevole ironia tra un brano e l'altro, ma guai a definirli semplici cazzoni con degli strumenti.

IO Dubbioso partono da una base flower-power se vogliamo, inebriata dallo spirito degli anni '60, con vapori e fumi decisamente cannabinoidi che impregnano l'aria, ma poi ci piazzano la loro passione per band storiche come Chi e sopratutto Rose di pietra (parlate con il batterista Matteo Prete e vi dirà quanto questa band sia fondamentale per loro) e boom, il puzzle diventa completo e terribilmente solare, empatico ed accattivante.

“Homegrown” è un gioiellino che ci mostra questi hippie del brit-pop intenti a sfornare brani ricchi di melodia, ottimo lavoro sulle voci e le armonie vocali, fiati, chitarre acustiche e quella bella e sana nostalgia che profuma di sixties, per non parlare di una punta piacevolmente progressiva che non stona affatto. Forse “Free Peace Sweet” sarà più a fuoco, ancora più ricco di spunti e con un paio di brani che sono davvero diventati dei classici del genere, ma questo secondo album lo trovo magnificamente genuino e salutare, fatto con il cuore e con questa voglia di suonare con il sorriso e portarlo a chi ascolta.

Il trittico iniziale è da capogiro, con “Staying Out For The Summer” che funge da inno totale al quale è impossibile resistere. Andamenti più tranquilli in cui lasciare avvolgere da voci e cori non mancano (“We Are Toghether”), ma, per lo più, i ritmi sono decisamente belli pimpanti (“Whole Lot Easier” e la travolgente “Making The Most Of…” con quel giro di chitarra clamoroso). Il lavoro dei nostri è sempre impeccabile: la chitarra di Andy Miller disegna assoli e rifiniture di tutto rispetto, Nigel ha una voce calda e accogliente e Matteo alla batteria è davvero un maestro. In chiusura del disco il pezzo bomba, quello che, nonostante i singolini più pimpanti, alla fine tutti i fan vogliono sentire e cantare con i lacrimoni agli occhi, parliamo ovviamente della truggente ed epica “Grassman”, che in 7 minuti diventa vera e propria magia che arriva dritta all'anima, proprio grazie a quel coro favoloso ea quel suo taglio anche soul e gospel.

30 anni dopo gli applausi sono sempre meritati!

Pubblicazione: 24 ottobre 1994
Genere: Indie-Pop, Britpop
Lunghezza: 42:01
Etichetta: SONO
Produttore: Hugh Jones, Ian Broudie

Stare fuori per l'estate” “ 3:13
Le melodie ti tormentano “” 3:40
Quindi lasciami andare lontano “” 4:05
Incrocio ““ 4:05
Un giorno “” 3:09
Siamo insieme “” 4:23
Molto più facile ““ 2:46
Sfruttare al massimo ““ 4:03
Aspettando il giorno ““ 3:35
Cosa ho fatto di sbagliato? “” 1:53
Grassman ““ 7:05



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