Cinema

Venom: The Last Dance, la recensione del terzo film, dirige Kelly Marcel


Casa » Cinema » Azione & Avventura » Venom: The Last Dance, la recensione del terzo film, diretta da Kelly Marcel

24/10/2024 recensione film di Raffaele Picchio

Un terzo capitolo che non solo ribadisce i toni e l'impostazione del precedente, ma ne aumenta al cubo il delirio e le situazioni in barba ad ogni critica ricevuta prima. Ne esce fuori un colpevole piacere tanto scemo quanto a suo modo efficace che con più coerenza ed onestà di tanti suoi colleghi – e con la giusta predisposizione mentale – è capace di divertire e intrattenere

All'inizio di Venom: L'Ultimo Ballodopo una brevissima intro, ritroviamo Eddie Brock in qualche universo parallelo dove era finito inspiegabilmente alla fine del capitolo precedentecompletamente sbronzo ad ascoltare un barista che gli sta parlando di Thanos (senza nominarlo però, o arrivano gli avvocati!), quando tempo neanche due minuti, senza alcuna spiegazione (neanche durante il resto della visione…) si apre un portale che lo risucchia , catapultandolo di nuovo nel suo “mondo” originario, col simbionte che esclama: “E adesso basta con questa stronzata del multiverso!”.

Poi prepara un cocktail sporcando tutto e cantando davanti a un basito barman, fino a che non apprende dalla TV che è ricercato dalla polizia e anche da un'organizzazione militare (di cui non verrà mai detto nulla …) e con un postumi della sbornia che non riesce proprio a smaltire, Tom Hardy inizia a correre. E smettera(nno) di correre solo ai titoli di coda.

Questo incipit è assolutamente esemplare per capire di cosa stiamo parlando quando si parla di questo Venom: The Last Dance, terzo e 'ultimo' tassello di questa folle e sgangheratissima origin-story in tre atti imbastita da Sony per dare il suo contributo al maremagnum degli universi condivisi.

Questa è la ricetta: poche chiacchiere, nessun senso razionale di continuità con quanto accaduto prima, gag imbarazzanti e si parte per un'altra corsa da 100 minuti.

locandina del film venom the last dance 2024 italocandina del film venom the last dance 2024 itaSi riparte esattamente dalla fine di La Furia di Carnage, e fin da subito si mette in chiaro che da quell'esperienza si è deciso a mantenere ritmi, toni e 'salti dello squalo' vari, però magari ampliati al cubo, come regola del seguito imponente.

Quasi con sfacciataggine provocatoria se ne strafotte totalmente di seguire gli impossibili gusti di un pubblico che in gran parte ha sempre contestato fin dall'inizio questo progetto e anzi mette ben chiaro come stanno le cose.

Ma prima di entrare nel dettaglio di questo Venom: The Last Dance è giusto un attimo brevemente ripercorrere come siamo arrivati ​​a tutto questo.

Accadde che in un periodo particolarmente fruttuoso dei cinecomicsun accordo tra Disney/Marvel e Marvel/Sony sbloccò definitivamente il personaggio dell'arrampicamuri, facendolo entrare in pompa magna e con gran successo nell'affollatissimo MCU.

Ecco allora che la Sony, sfruttando il trend positivo, decide di mettere in campo anche lei una sorta di “MCU” alternativo e non potendo più sfruttare il personaggio dell'Uomo Ragno, ceduto alla concorrenza, decide di creare un piccolo universo di furfante di Spider Man in una serie di cinecomics “dark”, più smaccatamente del genere e anche Rated R.

Vengono così messi in cantiere Venom, Morbius e quant'altro con questo spirito: Venom abbracciava la sci-fi (per questo il primo film continene espliciti riferimenti a Quatermass, all'Alieno, ecc..), il secondo avrebbe visto temi più orrorifici e via dicendo.

Succede però che le dirigenze totalmente assoggettate dalle sirene dell'MCU e dalle richieste dei fan di vedere tutto convogliato insieme, decidono di lasciare aperta questa possibilità, iniziando così a cambiare tutto in corsa alleggerendo toni, abbassando rating previsti e rendere tutto più “ironico” vieni al momento.

Venom, per la gran parte già girata, si ritrova così a subito evidenti ripetere le riprese atti a sottolineare maggiormente l'aspetto grottesco da “buddy movie” che già alla base si era comunque deciso di impostare.

A fare questi rattoppi viene chiamata (probabilmente su suggerimento dello stesso Hardy essendo una sua carissima amica) Kelly Marcelche inizia a prendere le redini del progetto. Venom esce in sala con un gran successo di pubblico, ma praticamente viene subito (anche esageratamente) assalito da orde di fan delusi dal trattamento inaspettato riservato al personaggio.

Nonostante tutto questo, comunque, lei viene promossa nel sequel diventando sceneggiatrice principale. A dispetto di tutte le critiche, il secondo capitolo ampliai maggiormente il lato buffonesco del personaggio, contestualizzandolo questa volta fin dall'inizio e con piena coscienza di questa deriva “comedy”, non facendo altro che attirarsi ancor più forti le ire di tutto il fandom e della stampa.

Nonostante il periodo di Covide e le critiche funeste, La Furia di Carnage incassa bene e quindi per questo terzo film la Marcel viene promossa addirittura un regista tout court, con Tom Hardy si accredita come uno dei soggettisti della storia.

Che dire quindi di questo Venom: The Last Dance? E' più difficile di quello che sembri in realtà, perché è inutile girarci troppo intorno: se ci si approccio con criteri oggettivi, è davvero un deliro dove ci starebbe ben poco di sensato da salvare.

Razionalmente parlando è infatti veramente incredibile pensare che non si sia consapevoli nello scrivere una roba così scombinata: qui addirittura, a differenza dei film precedenti, non c'è neanche un cattivo vero da combattere (Knull rimane seduto a guardarsi i piedi per tre minuti complessivi – e non consecutivi – esattamente come annunciato e servire solo ad anticipare una sua prossima comparsata nel MCU), ma solo una bestia aliena tanto indistruttibile quanto anonima da cui si può solo praticamente scappare.

E quello praticamente fa Tom Hardy dal primo all'ultimo minuto Venom: The Last Dance: correre ubriaco e sbattuto da una parte all'altra da chiunque gli si pari davanti (alieni, umani, esercito, famigliole, etc). Chiaramente è un Tom Hardy show al 100%ancora più depurato dei precedenti da qualsiasi cosa che possa distogliere l'attenzione da lui o dal suo personaggio, tanto che è incredibile come TUTTI i personaggi del film compaiono all'improvviso senza nessun background o su cosa siano e perché facciano quello che fanno (Tempio di Giunone e la sua Dott.ssa Payne su tutti).

venom the last dance film 204 tom hardyvenom the last dance film 204 tom hardySemplicemente servono solo in un certo momento per raccontarsi tra di loro cose che servono a darci una parvenza di coerenza narrativa a quello che accade appiccando un evento del film all'altro. Un mirabilissimo esempio del “Lo dimo o lo famoso?” descritto in Boris.

Non manca nemmeno la comparsa di una famigliola hippie di ufologi che sembra uscita da un film di Emmerich degli anni '90 che compie puntualmente cose pazzesche (si intrufola nell'Area 51 senza che nessuno se ne accorga, maneggiano armi di tecnologie segrete, etc) e che poi sparisce senza colpo ferire nell'economia di tutto.

Infiniti poi sono anche i siparietti che si vorrebbero “comici” assolutamente inspiegabilicome l'incontro è conseguente kitchissimo balletto dance tra la Sig.ra Chen (vista nei precedenti come una delle tante linee comiche della scenografia) che davvero non si capisce come si possa solo pensare che qualcuno possa divertirsi con una roba simile.

Insomma, approcciarsi razionalmente e con piglio cinefilo a qualcosa del genere è assolutamente devastante e privo di appigli salvifici. Ma ecco che anche qui – sorprendente – è un niente che esattamente come accadde per il secondo capitolo, tutto può diventare un gustosissimo “guilty Pleasure” ben più onesto nella sua semplicità di tanti colleghi di genere.

Perché se solo si riuscisse a fare una tara alle aspettative impossibili delle mille versioni del personaggio rappresentato e che ognuno di noi vorrebbe vedere, o alle prese di posizioni inspiegabili da tifoserie che assumono la mostruosa massa di pubblico nerd (lo stesso che fa il cinefilo disgustato dai cinecomics Sony e poi applaudire al genio di Deadpool o se ingozza di serie tv e stare da solo immondi), sì che ci sarebbe anche da divertirmi.

Come se fosse coscienzissimo del suo essere così volutamente “semplice e vecchio”, anche Venom: The Last Dance esattamente come i suoi precedenti non perde tempo in chiacchiere e chissà quali ambizioni infiocchettate da riflessioni filosofiche e si preoccupa di riempire il suo contenuto e giusta durata (sotto le due ore, Dio sia lodato!) con un ritmo che non lascia mai il tempo di annoiarsi o stare troppo li a filosofeggiare o capire la marea di cazzate da cui si viene bombardati ogni secondospingendo così lo spettatore più predisposto a lasciarsi andare e saper così distillare in questa centrifuga incontrollata anche qualche bella sequenza sopra le righe ottimamente orchestrata (la lunga fuga di Eddie e Venom dai militari in cui il simbionte si fonde in corsa con persone e bestie, oppure la rombo reale aliena che esplode “a sorpresa” nel terzo atto).

E che fa da giusta bilancia anche nell'accettare scivolate oltre la demenza come la pazzesca parentesi a Las Vegas dove ci si aspetta da un momento all'altro di incrociare i tre ragazzi di Una notte da Leoni senza che questo rovini i toni che decidono di abbracciare Venom: The Last Dance.

Venom 3 l'ultimo film dance 2024Venom 3 l'ultimo film dance 2024Tom Hardy è sempre bravo e se da un lato inevitabilmente si rimpiangerà il non averlo visto interpretare un Brock magari più serio e sfaccettato, dall'altro traspare tantissimo quanto si sia divertito in questi panni ed è grazie a lui e alla capacità di tenere in piedi questa sgangherata, informe ma simpatica baracca che tanto le caotiche scene action quanto le (per lo più raggelanti) sequele di gag in qualche incredibile e inspiegabile modo vadano in porto.

Tra l'altro, in tutto questo nonsense messo in scena non ci si scorda comunque di mettere un punto a questa sorta di amico-film alieno messo in piedi da Hardy & Sony e il finale è quello giusto ea suo modo anche efficace per una storia del genere.

Insomma, chi ha odiato i primi due capitoli per ogni ragione possibile e immaginabile più o meno giustificata difficilmente farà ammenda o si spellerà le mani, ma Venom: The Last Dance riuscirà a soddisfare tutti quelli che, ingoiato il boccone amaro iniziale, hanno saputo accettare questo bambinesco giocattolone che esattamente come un balocco per neonati con cui si gioca sgraziati senza manco capire cosa sia e poi si butta dimenticandosi immediatamente, ma che anche per quei pochi, fallaci, istanti di tempo è stato capace di essere la cosa più divertente possibile.

Ah sì, ci sono due post credit inguardabili (come da tradizione Marvel/DC) che non dicono nulla e non servono a niente che già non si fosse ampiamente detto prima dell'uscita.

Di seguito – sulle note di Oh tesoro tesoro, è un mondo selvaggio di Cat Stevens – trovate il trailer finale italiano di Venom: The Last Dance, nei nostri cinema dal 24 ottobre:



Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *