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Pamela Noutcho, l’infemiera del Maggiore ce l’ha fatta: batte Nina Pavlovic e conquista l’europeo dei leggeri. “E’ per Bologna”


E' da tempo in prima linea al pronto soccorso del Maggiore di Bologna, dove lavora come infermiera. E diventata campionessa italiana dilettanti in pieno Covid (quando ancora non aveva ottenuto la cittadinanza e gridava al mondo la sua frustrazione). Ora Pamela Malvina Noutcho Sawa, è campionessa d'Europa dei pesi leggeri. Sembra un segno del destino, un titolo conquistato nella piena emergenza maltempo che sta flagellando Bologna, tanto che il match contro la serba Nina Pavlovic è stato spostato dal Paladozza a Casalecchio di Reno, a porte chiuse per motivi di sicurezza. Senza indugio i giudici: 99-91, 100-91, 99-91 per Pamela. Poi l'urlo: “E' per Bologna”

Bologna sul trono europeo della boxe dopo 41 anni

Una cornice silenziosa, malinconica, che però non toglie un briciolo di valore all'impresa, anche per la città: erano infatti 41 anni che Bologna non aveva un campione d'Europa nella boxe. L'ultimo fu Lucio Cusma, che lo conquistò contro Joe Gibilisco in un incontro ancora viene ricordato per la sua intensità, terminato all'inizio del tredicesimo round (allora i titoli europei erano sui 15) per abbandono dell'italoaustraliano. Una soddisfazione anche per la Bolognina Boxe a cui Pamela appartiene, palestra e storico punto di ritrovo del pugilato cittadino, che ha cambiato casa in anni difficili mantenendo intatto il Dna.

Una guerriera sul ring

Pamela, che prima di trasferirsi in Italia ha trascorso gli anni dell'infanzia in Camerun, ha iniziato a fare la boxe quasi per caso. Come aveva ricordato in una intervista rilasciata tempo fa a Repubblica, nei primi anni italiani un soprannome – 'Tyson' – non le andava granché a genio. E' stato però proprio con un atteggiamento alla Iron Mike, fatto di colpi corti e di una pressione asfissiante, che ha respinto le velleità di Nina Pavlovic, la serba che nonostante i 4 anni in meno (26 contro 30) navigava da parecchio tempo su palcoscenici anche mondiali.

Pamela, un finale in crescendo

Il match è andato secondo il tema tattico previsto. Buona tecnica la serba, che non si è limitata ad un'opera di sbarramento con il gancio sinistro ma ha spesso provato a doppiare l'azione con il destro. Pamela con il classico atteggiamento da combattente: piccoli passi, colpi potenti, forse anche troppo caricati a scapito della precisione. All'inizio, anche per un po' di tensione, colpi abbastanza isolati, poi sempre più incalzanti. Di sicuro sufficienti per coronare il proprio sogno e regalare, nei limiti del possibile, un sorriso alla città. Per l'Italia è il terzo titolo europeo detenuto attualmente nella boxe dopo quelli, sempre in campo femminile, di Veronica Tosi e Silvia Bignami.



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