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“Sono trans”. È bufera sulle due calciatrici con la barba




ceeuropa.cat

Il calcio catalano è in subbuglio per il caso delle due calciatrici “barbute”. Parliamo di Alex Alcaide Llanos e Nil Alcon Labella, trans tesserate per l'Europa B. Per la precisione, parliamo di donne biologiche che si trovano nella fase conclusiva della transizione. Nonostante ciò, si evidenzia Marcail regolamento consente a entrambe di continuare a competere in un campionato femminile.

La vicenda ha acceso il dibattito in Spagna e non sono mancate le reazioni dalla politica. Tutto è nato dopo la partita vinta 3-1 contro il Terrassa, con Llanos in rete. Il consigliere locale di Vox Alicia Tomas ha parlato delle due atlete come di“due ragazzi con la barba che si dovranno donne”. Come anticipato, la loro partecipazione al campionato femminile è regolare: le norme non vietano espressamente che fino a quando sui documenti non viene indicato il cambio di genere non si può competere con le donne.

Come rivelato ai microfoni di Betevesuppone Alex Alcaide Llanos ormoni da oltre cinque anni. Un dettaglio da non trascurare. “Finché sul mio documento d'identità continua ad esserci la F di femminile, giocherò nella categoria che mi corrisponde”ha rivendicato in un'intervista. Complici le grandi polemiche, il club ha deciso di prendere posizione e di difendere le due calciatrici “vittime di violenza transfobica”denunciando “Aggressioni e fascismo”.

Come anticipato, Vox ha annunciato battaglia. “È ingiusto per gli uomini che si percepiscono come donne partecipare a una competizione femminile, così come lo è per le donne che si sottopongono a terapia ormonale maschile. Vogliono cancellarci dagli spazi pubblici, dallo sport e da tutti gli ambizioni. Con Vox difendiamo le donne e la lotta che i nostri antenati hanno condotto per decenni contro l'ideologia perversa del genere”le parole di Alicia Tomas.

Il tema nel Paese è molto sensibile e l'Europa è nota per la sua battaglia Lgbt.

Sul suo sito web, il club espone i colori della bandiera arcobaleno accanto a una casella che recita: “Diciamo no a: fascismo, machismo (definito come “orgoglio maschile forte o aggressivo”), omofobia, razzismo”.



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