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La rivoluzione della cura, incontri speciali d’umanità a Trieste – Libri – Ansa.it


MASSIMO ORLANDI, 'LA RIVOLUZIONE DELLA CURA. L'ESPERIENZA DELLA 'PIAZZA DEL MONDO'' (EDIZIONI ROMENA, PAG. 204, EURO 15,00) – Nella piazza della Libertà di Trieste, ribattezzata 'Piazza del Mondo', Lorena Fornasir cura i piedi martoriati dei migranti della rotta balcanica, in arrivo dopo estenuanti cammini da Paesi come Afghanistan, Pakistan, Siria, Bangladesh.


Insieme a lei ea suo marito Gian Andrea Franchi, gli attivisti dell'associazione Linea d'Ombra e di altre realtà provenienti da ogni parte d'Italia si mettono in gioco, non solo per rispondere alle esigenze primarie di queste persone, ma anche per immaginare, insieme, una società diversa. Un'esperienza raccontata da Massimo Orlandi, giornalista e scrittore toscano, in 'La rivoluzione della cura', libro pubblicato da Edizioni Romena.


Il gesto della cura dei piedi è l'emblema simbolico della 'rivoluzione della cura' evocato nel titolo, come sottolinea Domenico Iannacone nella prefazione del libro: “Lorena – scrive – compie il suo gesto quotidiano con una semplicità e un altruismo disarmanti, scardinando i pregiudizi e le propagande populistiche che alzano barriere e segnano confini. Le sue mani, toccando quei piedi martoriati, ricompongono il corpo sociale dell'umanità noi ce ne accorgiamo, questa donna cura anche le nostre ferite, le infezioni profonde della nostra anima, permettendoci di salvarci e, forse, di rinascere come persone nuove”.


Nel libro Orlandi percorre l'itinerario personale di Lorena e Gian Andrea a partire dall'inizio della loro attività con i migranti nel 2015 a Pordenone, prosegue con le loro missioni in Bosnia e poi si concentra su quanto accade nella piazza di Trieste dove ogni sera , dal 2019, Linea d'Ombra e altre realtà della società civile accolgono e curano i migranti. Il libro parla di storie e incontri al centro, si spiega, “quegli incroci speciali di umanità che avvengono nella 'Piazza del mondo'”, per “mostrare la bellezza di un'umanità che si rigenera nel momento in cui accetta di mettere al centro l'altro, i suoi bisogni: “Occuparsi dei migranti, accoglierli, permettere loro di andare dove vogliono – dice Gian Andrea Franchi – non è fare semplicemente del bene, ma è cercare di organizzare forme di vita comune che siano basate sul prenderci cura gli uni degli altri”.

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