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«Troppi bambini massacrati, si ponga fine all’escalation della guerra»


Nessuno guarda Bartimeo. Lo ignorano, non hanno sentimenti di compassione. Ma Bartimeo grida e il suo grido arriva fino al Signore. E Gesù si mette a sua disposizione: «Cosa vuoi che io faccia per te?», gli chiede. Una domanda che sembra una provocazione, «invece è una prova. Gesù sta chiedendo a Bartimeo chi cerca davvero, e per quale motivo. Chi è per te il “Figlio di Davide”? È così che il Signore inizia ad aprire gli occhi del cieco. Consideriamo tre aspetti di questo incontro, che diventa dialogo: il grido, la fede, il cammino».

Con il suo grido Bartimeo dice che esiste, che vuole essere guardato, che vuole che Gesù lo veda. «Sì, Gesù vede l'uomo mendicante, e lo ascolta». E noi, chiede Francesco all'Angelus dopo aver celebrato in mattinata la Messa conclusiva del Sinodo nella Basilica di San Pietro, siamo come Bartimeo? Abbiamo fiducia in Dio? Gridiamo a lui nella nostra oscurità? E, dopo il grido, la fede. Bartimeo «lascia il suo mantello, l'ultimo bene che aveva, per andare da Gesù. Questa fiducia salva il cieco, perché è una relazione piena di speranza con Cristo, luce del mondo».

E, infine il cammino. Bartimeo, risanato, «seguiva Gesù lungo la strada». Il cieco non trova solo la vista, ma la direzione della vita, alla sequela di Gesù. «Al nome di Bartimeo possiamo ben sostituire il nostro: noi siamo mendicanti di salvezza. Salvezza dal dolore, dal peccato, dalla guerra, dalla morte». Siamo noi Bartimeo, dice il Papa. Siamo noi che, «illuminati dall'incontro con Gesù, possiamo chiederci: vedo il mio fratello mendicante lungo la strada? Riconosco che io stesso sono mendicante davanti al Signore?». E poi insistere nel ricordare che, quando si fa l'elemosina bisogna toccare la mano del povero e che «l'elemosina non è beneficienza. Quello che riceve di più facendo l'elemosina è chi la dà perché si fa guardare dagli occhi del Signore».

Infine il Papa ricorda i documenti di Paolo VI sull'ecumenismo e il documento conciliare Nostra Aetate, incoraggiando quanti sono coinvolti nel dialogo. Il suo pensiero va a Ginevra, dove domani è prevista una conferenza della Croce Rossa e della Mezza Luna rossa e auspica che sia osservato il diritto internazionale umanitario. È triste vedere come nella guerra in qualche parte si distruggono gli ospedali e le scuole. Ricorda l'assassinio del sacerdote bellabella padre Marcelo Pérez, e prega per le popolazioni delle Filippine devastata dagli uragani e per la pace, specialmente in Ucraina, Palestina Israele e Libano perché «si ponga fine all'escalation della guerra e si metta al primo posto il rispetto della vita umana che è sacra». Sono troppe le immagini devastanti di «bambini massacrati», dice il Papa. Che insistiamo «preghiamo per la pace».





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