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Test di intercettazione missilistica: Xi muove le sue navi nel Mar Cinese Meridionale




Nuove esercitazioni militari di Pechino nel marzo Cinese Meridionale. La Marina cinese ha effettuato un ulteriore ciclo di addestramento in un'area contesa della regione, proprio dove Filippine e Vietnam stanno intensificando le loro attività di bonifica. Dopo la poderosa prova di forza denominata Joint Sword 2024B, che lo scorso 14 ottobre ha tenuto Taiwan con il fiato sospeso, il Dragone ha mosso le navi del suo Comando del Teatro Meridionalesenza specificare però il luogo esatto e quando si sono svolte le manovre. Sappiamo soltanto che l'esercitazione è stata condotta”nel tardo autunno” e che ha riguardato un distaccamento di fregate.

Le navi di Pechino nel Mar Cinese Meridionale

Da quanto emerso, un distaccamento di fregate della Marina cinese dovrebbe aver condotto un addestramento completo, oltre ad aver effettuato una valutazione sulla difesa aerea e l'intercettazione missilistical'attacco antisuperficie e il controllo dei danni alle navi.

Le manovre, ha scritto il Posta del mattino della Cina meridionaleprevedevano il lancio di attacchi contro obiettivi in mare e in aria mentre i mezzi cinesi si trovavano sotto il fuoco virtuale nemico. A seguire, è andata in scena un'esercitazione di ricerca e di attacco con una seconda nave che fungeva da avversaria della prima. Nel comunicato ufficiale si legge che il tutto si è svolto in un ambiente realistico, con “situazioni dinamiche e compiti pratici per aumentare la difficoltà del test“.

Perché concentrarsi sull'affinamento dell'intercettazione missilistica? Le Filippine sono alla ricerca di nuovi missili antinave supersonici da “puntare” contro la Cina nel bel mezzo delle crescenti tensioni che contrappongono i due Paesi. Nello specifico, Manila sarebbe alla ricerca di altri BrahMosmissili da crociera di fabbricazione indiana da sfoggiare per lanciare un chiaro segnale di avvertimento all'indirizzo del Dragone, da aggiungere al sistema missilistico a medio raggio Tifone che gli Usa hanno scelto di mantenere sul territorio di Manila.

Rivendicazioni e tensione

Ricordiamo che Pechino rivendica la quasi totalità del Mar Cinese Meridionale, sposando una posizione che si sovrappone a quella della maggior parte dei suoi vicini del Sud-Est asiatico. Affermando la necessità di contrastare le crescenti ambizioni territoriali di Pechino, per esempio, le citate Filippine hanno in programma di ammodernare le proprie infrastrutture e di incrementare in modo significativo le risorse navali ed aeree.

Uno di questi progetti coincide con l'ampliamento di una pista di atterraggio sull'isola di Thituparte dell'arcipelago delle Spratly, noto in Cina come Nanshas. L'estensione della pista di atterraggio a 1,5 chilometri consentirà l'atterraggio di velivoli più grandi, come gli aerei cargo, un miglioramento che sarebbe essenziale per il trasporto di truppe e rifornimenti verso l'avamposto remoto. Manila ha inoltre firmato accordi con i suoi alleati per effettuare più esercitazioni congiunte nelle acque territoriali e per acquisire più navi, aerei e radar.

Gli accordi rientrano in un approccio più assertivo da parte delle Filippine nei confronti della Cina. I due Paesi hanno avuto una serie di scontri nell'ultimo anno, tra cui scontri con la guardia costiera nei pressi di Second Thomas Shoal e Sabina Shoal.

Chen Xiangmiao, ricercatore presso l'Istituto nazionale per gli studi sul Mar Cinese Meridionale in Cina, ritiene che le Filippine, nonostante siano un piccolo Paese, hanno lanciato un'offensiva nelle acque contese da quando il presidente Ferdinando Marcos Jr è entrato in carica. Ecco perché il rischio di un'escalation non è da sottovalutare.



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