Sport

A Washington l’evento clou della campagna di Kamala Harris: “Voltiamo pagina, serve una nuova generazione di leader”


WASHINGTON «Questo è il voto più importante a cui avete mai partecipato: la scelta è fra la libertà per ogni americano o il caos e le divisioni di Donald Trump». Va dritta al punto Kamala Harris, quando alle 7.30 di sera sale sul palco dell'Ellipse di Washington, il parco a sud della Casa Bianca, e, da sotto un'enorme cartellone con scritto Freedom, libertà, arringa il suo popolo che ha fatto ore di fila per ascoltarla, per 30 minuti filati: «Donald Trump è instabile e vuole il potere assoluto. Ma la sua America divisa non è quel che siamo noi. È tempo per una nuova generazione di leader: voltiamo pagina».

Lo dice da un luogo che più simbolico non si può. È proprio da qui che il 6 gennaio 2021 Donald Trump tenne l'acceso discorso che fu la scintilla dell'attacco a Capitol Hill tentativo estremo di bloccare la ratifica dell'elezione di Joe Biden. A una settimana dal voto, rivolgere l'ultimo appello agli elettori, soprattutto agli indecisi, da un luogo così simbolico, per Harris è una scelta che è già di per sé un messaggio: allude alla gravità della decisione che gli elettori hanno davanti. E infatti assicura: «Sarò la presidente di chi non ha voce. Non sono perfetta, faccio errori ma prometto una cosa: ascolterò sempre tutti, anche chi non ha votato per me».

Il risultato è la folla. È davvero il rombo di un terremoto. Dovevano arrivare 20 mila persone: si sono registrate in 52mila, così tanti che già alle tre del pomeriggio nello spazio recintato dove si teneva il comizio, non c'era più posto. In tantissimi sono rimasti fuori – quasi lo stesso numero di persone che era dentro – tanto da creare una fiumana umana che ha occupato interamente l'area sotto l'obelisco dedicato a George Washington nel cuore del Mall.

«Gli Stati Uniti non sono un luogo per aspiranti dittatori, chi ci ha preceduto non ha lottato e dato la vita solo per vederci cedere le nostre libertà fondamentali. Non lo hanno fatto per vederci sottomettere alla volontà di un altro meschino tiranno » ricorda a quel suo popolo che per l'occasione ha portato anche i bambini, che tiene sulle spalle, per mostrare loro l'aspirante presidente donna e nera, certo, ma anche l'incredibile folla che ha raccolto. Mentre parla, in realtà, si sente anche l'eco di contestazioni: «embargo alle armi, ora» grida da molto vicino al palco un gruppo di filo-palestinesi. Dura un attimo: la folla li sovrasta, ritmando il nome di lei: «Ka-Ma-Là, Ka-Ma-Là».

(afp)

Dopo gli affondi contro l'avversario, la candidata democratica passa a parlare di cose concretessime: «Non tornare indietro. Mi batterò per restituire alle donne americane quello che Trump e la sua Corte Suprema hanno strappato loro, la possibilità di decidere del loro corpo», afferma, ricordando pure «Io sono cresciuto lontano da Washington: non ho paura di lobby politiche, banche, corporazioni ». Per poi spiegare come intende migliorare la condizione della classe media:«Quando entrerò alla Casa Bianca, ridurre i costi per la classe media sarà la priorità del mio lavoro» dice, elencando piccole imprese, prima casa, sanità. Parla anche di politica estera: «Voglio ripristinare la leadership mondiale degli Stati Uniti». Poi, dà un'ulteriore stoccata a The Donald che poche ore prima aveva annunciato di voler sequestrare i beni delle gang e dei cartelli della droga e usarne gli asset per creare un fondo di compensazione alle vittime. «Perseguiremo i cartelli del narco traffico e gli immigrati illegali» dice dunque lei: «Ma allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare che siamo una nazione di immigrati».

Tornando al punto di partenza: «La mia presidenza sarà diversa, entrerò nello Studio Ovale con una lista di priorità per gli americani, mentre Trump ha solo la lista dei nemici da punire». Alla folla che sventola migliaia di bandierine a stelle e strisce regala un sogno: «M'impegno a essere il presidente di tutti gli americani. Non smetterò mai di credere che in questo paese tutto è possibile».

La kermesse si conclude sulle note di Libertàla canzone di Beyoncé diventata inno della campagna: per uscire dal parco servirà oltre un'ora. Chi sperava in ospiti a sorpresa – Taylor Swift, Beyoncé, Bruce Spingsteen, Michelle Obama – è forse rimasto deluso. Ma la maggior parte della folla vuole solo sperare.



Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *