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Ceo Smart Europa: “Erede della ForTwo? Stiamo lavorando. E i dazi per le elettriche…”


Dirk Adelmann risponde sui principali temi del mondo dell'automotive: “Il progetto #2 è nella nostra mente da molto tempo. Aperti a trovare una soluzione per i dazi”

30 ottobre – 14:39 – STOCCARDA (GERMANIA)

La prima uscita europea della Smart #5, sebbene ancora sotto forma di prototipo, è l'occasione per una botta e risposta con il Ceo del brand Dirk Adelmann. Tanti i temi in gioco prima dell'arrivo, nella primavera 2025, del Suv premium di segmento D: dall'attuale gamma al “sogno” di riproporre una citycarla partita – almeno nel futuro prossimo – si giocherà (anche) sui dazi.

Vedremo di nuovo una piccola Smart nei prossimi anni?

“Nella nostra testa c'è un progetto di un'ipotetica #2 da molto tempo. Non è ancora stata presa una decisione. Come è facile immaginare, nel segmento A è piuttosto difficile creare una vettura elettrica a costi contenuti, altrimenti molti altri ci avrebbero già pensato, perché c'è una grande richiesta. Abbiamo ricevuto molte domande dai nostri clienti, dai nostri venditori, in modo particolare dall'Italia. È fantastico vedere che abbiamo così tanti fan in questo segmento, ma al momento non c'è niente da comunicare. Stiamo ancora lavorando su questo”.

Qual è il piano di lancio della Smart #5 sul mercato europeo e in particolare su quello italiano, dove l'elettrico sta facendo registrare il 4% di quota sul totale delle auto immatricolate?

“Italia e Spagna sono due mercati dove l'elettrico conta circa il 4%, ma in altri Paesi la situazione è ben più evoluta. Non voglio parlare della Norvegia, ma si guarda al Portogallo, all'Olanda, al Belgio, alla Svezia. La Germania è tutt'ora un mercato molto importante, ma la direzione è quella che questi Paesi supereranno la Germania in termini di veicoli elettrici immatricolati. Abbiamo commercializzato due crossover piuttosto compatti, #1 e #3, e ora arriva la #5 per il segmento D. Un veicolo polivalente grazie alle sue dimensioni generose, alla tecnologia di cui dispone, all'architettura a 800 Volt, alla carica ultra-rapida, alla batteria molto capiente ed al gran comfort a bordo. Se lo si desidera, poi, si può fare del leggero fuoristrada. Lo vedo un veicolo adatto al mercato svizzero e ai Paesi come Austria e Germania, ma non solo lì. Vedo del potenziale anche nel mercato italiano, perché è un veicolo acquistabile come prima auto familiare. E a quel prezzo non c'è molto nel segmento D”.

“Dipende dal risultato dell'indagine anti-sussidi dell'UE, noi siamo aperti a diverse ipotesi. Abbiamo una posizione chiara in mente in questo segmento, ma ora dipende dal regolamento finale in arrivo da Bruxelles”.

Quanto il concept visto a Stoccarda assomiglierà alla #5 di serie per l'Europa?

“L'auto, esternamente, sarà così come l'avete vista per il 90%, internamente anche per il 95%. I sedili, dall'impronta sportiva, saranno disponibili in diverse finiture.I dati tecnici della vettura saranno un poco differenziati da quelli della variante pensata per il mercato cinese, ma con varie opzioni a disposizione”.

Come commentare la riduzione di alti volumi di veicoli elettrici in Italia e, più in generale, in Europa?

“Ci sono tre o quattro mercati dove il trend è super positivo, come in Belgio, in Norvegia, in Portogallo, in Svezia, che sono il benchmark. È anche vero che ci sono stati dei mercati, come quello tedesco, che hanno perso il 28-29% quest'anno se guardiamo alle sole vendite di auto elettriche, principalmente a causa dell'incertezza generale che stava arrivando nel sistema e nelle menti dei clienti. Questa incertezza ha portato i clienti a posticipare la propria scelta di acquistare un'auto elettrica, se neanche i politici sanno in che direzione vogliono andare. Penso e credo che non si tratti di ansia da autonomia, neanche da infrastruttura nella maggior parte dei Paesi, ma è l'incertezza sulla direzione dell'Europa”.

I dazi sulle auto elettriche prodotte fuori dall'Europa che partiranno in questi mesi, come influenzeranno le vostre scelte, i vostri volumi ei vostri elenchi nel prossimo futuro? O non avete già compensato l'impatto?

“I dazi colpiranno buona parte dell'industria automobilistica, con gravi conseguenze per i numeri sulle vetture di segmento B. E c'è una ragione perché dico questo: il segmento economicamente più accessibile influenzato dai dazi comporterebbe un non interesse, da parte dei clienti , di acquistare veicoli a batteria, ripiegando su uno ibrido o, nel peggiore dei casi, uno a combustione interna. E ci allontaneremmo ancor di più dagli obiettivi che abbiamo impostato”.





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