Milano Area B, lo stop alle moto Euro 0 ed Euro 1 è solo rinviato
Il capoluogo meneghino ha deferito al 1° ottobre 2025 l'interdizione delle motociclette più inquinanti da gran parte del suo territorio, ma senza proporre alternative praticabili. Le due ruote Euro 0 ed Euro 1 hanno il destino segnato
Con l'ordinanza n. 273918/2024 emessa lo scorso maggio, il comune di Milano ha rinviato di un anno l'estromissione delle motociclette Euro 0 e Euro 1 a quattro tempi alla sua Zona B, zona a traffico limitato che comprende gran parte della sua area metropolitana. Originariamente previsto per il 1° ottobre 2024, il divieto è stato quindi posticipato al 1° ottobre 2025 anche in seguito alle rimostranze avanzate nei suoi confronti da parte di diverse associazioni, culminate lo scorso marzo in un rumoroso corteo motociclistico di protesta arrivato fino in piazza Duca d'Aosta. Il nocciolo della contestazione, in sintesi, riguarda un provvedimento ritenuto eccessivamente punitivo nei confronti di mezzi che restano comunque relativamente poco inquinanti rispetto alle automobili e ai vari veicoli commerciali, non congestionano il traffico e riducono considerevolmente i tempi di percorrenza. Elementi, questi, tutti paradossalmente in linea con gli obiettivi della norma in questione.
un rinvio, ma nessuna soluzione
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Le critiche e le pressioni esercitate dalle varie associazioni di motociclisti e consumatori hanno sì spinto l'amministrazione comunale a rivedere la tempistica della misura, ma non il suo impianto. Il rinvio lo concede infatti un anno di tempo in più ai possessori di moto e scooter a benzina Euro 0 e Euro 1 (oltre che di ciclomotori a miscela Euro 2) per adeguarsi alla nuova situazione, ma questa decisione ha più il sapore di un compromesso di carattere politico che non di una reale risposta alle istanze avanzato. In altre parole, gli interrogativi sulla reale efficacia del provvedimento restano ancora sul tavolo. Dal canto loro, gli oppositori al divieto hanno sempre sottolineato come moto e scooter nel mirino della misura, in linea generale quelli prodotti fino al 2003rappresenta ancora una fonte minima di inquinamento. Di certo significativamente inferiore rispetto ad altri veicoli cui sarà consentito continuare a circolare.
effetti coNtroproducenti
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A ciò si aggiunge la riluttanza che molti proprietari avrebbero nel dover rinunciare a mezzi di trasporto ritenuti tutt'altro che vetusti. E che in molti casi mantenendo ancora un ruolo fondamentale per i propri spostamenti quotidiani. Se fosse impedito loro di circolare per l'intera Area B di Milano, il rischio concreto è che in molti potranno optare per l'automobile piuttosto che affidarsi al trasporto pubblico (magari preoccupati da problemi di carattere logistico o addirittura di sicurezza). Evidentemente tutto ciò non farebbe altro che aumentare le emissioni e sovraccaricare ancor di più il traffico milanese. E così l'effetto ottenuto dal divieto sarebbe esattamente l'opposto di quello auspicato. Vale infatti la pena ribadire una volta di più come le vecchie motociclette, anche se più inquinanti rispetto a quelle moderne, consumano di solito meno carburante rispetto alle attuali automobili e lavorare ovviamente meno spazio, in strada come in parcheggio.
deroghe per le moto storiche
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Va comunque evidenziato che il provvedimento prevede già alcune Deroghe, in particolare per le motociclette iscritte al Registro Storico. Tali veicoli, infatti, potranno godere di un massimo di 25 accessi all'anno sia all'Zona B che tutto'Zona Cun'ulteriore ZTL milanese che copre però solo il centro storico, all'interno della cosiddetta cerchia dei bastioni, una zona quindi ben inferiore per dimensioni rispetto alla B. Per avere diritto a tali deroghe, i rispettivi proprietari dovranno semplicemente registrare preventivamente le targhe dei loro veicoli sui portali ufficiali di Zona B e Zona C. Inoltre, i veicoli immatricolati da almeno 40 anni e con Crs (Certificato di rilevanza storica) potranno avere accesso illimitato, sempre previa registrazione in linea. Queste eccezioni hanno il preciso scopo di metterlo patrimonio motoristico più nobile al riparo dagli effetti del divieto.
Le cadenze già in programma
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Sebbene il rinvio al 2025 possa sembrare una vittoria per i motociclisti interessati, la mannaia dell'amministrazione milanese potrebbe comunque abbattersi inesorabilmente su di loro il prossimo 1° ottobre 2025data in cui era per altro già in programma anche l'uscita di scena delle 4 tempi a benzina Euro 2. E lo stesso destino, salvo ulteriori cambi in corsa, dovrebbe toccare alle Euro 3 dal 1° ottobre 2028 e alle Euro 4 dal 1° ottobre 2030. Norme sempre più stringenti sono quindi già in calendario e anche se lo slittamento della scadenza lascia teoricamente la porta aperta ad altri rinvii, ripensamenti di sorta piuttosto improbabili. Lo scorso maggio, la giunta aveva giustificato la proroga con il mutato contesto economico, l'inflazione nel settore automobilistico e l'insufficienza dei progressi nell'innovazione tecnologica. Queste variabili potrebbero persistere anche nei prossimi mesi, motivo per cui un'ulteriore dilazione dei termini non è del tutto da escludere.
il bisogno di una riforma organica
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Il provvedimento del comune di Milanocosì com'è strutturato, appare quindi insufficiente a incentivare davvero l'uso del trasporto pubblico o la transizione verso mezzi di trasporto più sostenibili. Per affrontare in modo efficace la sfida della mobilità sostenibilesarebbe quindi necessario un approccio più organico, che comprenda magari una effettiva razionalizzazione dei divieti di circolazione per i veicoli ritenuti più inquinanti, ma anche un potenziamento delle infrastrutture per il trasporto pubblico e un solido sostegno a chi desideri convertire il proprio veicolo a tecnologie più ecologiche. Da qui la necessità di persistere con incentivi mirati in questa direzione. Posticipare il problema di un anno avrebbe senso nel quadro di una revisione generale dell'ordinanza comunale perché la semplice inibizione di questi veicoli, non accompagnata da politiche adeguate rischiando di essere controproducente.
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