News

Papa Francesco: «Cosa c’entrano con la guerra i bambini? E le famiglie? Sono solo vittime»



Nello spettacolo di fedeli che gremisce piazza San Pietro – come sempre, anche con la pioggia nelle udienze Generali del mercoledì -, il Pontefice prosegue la riflessione sulla presenza e l'azione dello Spirito Santo nella vita attraverso i sacramenti. Oggi in particolare si concentra sul sacramento della cresima o confermazione.

Da alcuni mercoledì il papà ha ripreso il ciclo di catechesi dedicato allo Spirito Santo che assicura alla Chiesa universalità e unità. Mercoledì scorso ha parlato del modo nel quale lo Spirito Santo illumina il sacramento del matrimonio, facendo rinascere la capacità di donarsi, una nuova gioia di stare insieme, ispirando la coppia a vivere come un noi, ha detto. Così di cui, cose di cui i figli hanno tanto, tanto bisogno.

«Lo Spirito Santo» ha detto «continua a fare per tanti sposi che non hanno vino nel loro matrimonio il miracolo delle nozze di Cana, cambiando l'acqua dell'abitudine in una nuova gioia di stare insieme. Questo quando gli sposi si sono decisi a invocarlo e lo spirito ha potuto mettere il dito di Dio tra moglie e marito, modificando il noto proverbio italiano. La sua riflessione, la riflessione di Papa Francesco ha preso il via, dalla dottrina dello Spirito Santo di Sant'Agostino. Il padre è, nella Trinità, colui che ama. La fonte è il principio di tutto. Il figlio, è colui che è amato, e lo Spirito Santo, è l'amore che li unisce». Questo, di quanto ha detto la settimana scorsa papa Francesco, nella sua catechesi.

L'Udienza Generale di mercoledì 30 ottobre 2024

L'Udienza Generale di questa mattina si svolge alle ore 9.00 in Piazza San Pietro, dove il Santo Padre Francesco incontra gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall'Italia e da ogni parte del mondo. Nel discorso in lingua italiana il Papa, riprendendo il ciclo di catechesi “Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza”, incentra la Sua meditazione sul tema: “Ci ha conferito l'unzione e ci ha impresso il sigillo”. La Cresima, sacramento dello Spirito Santo (Lettura: At 8,14-17).

Catechesi del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi proseguiamo la riflessione sulla presenza e l'azione dello Spirito Santo nella vita della Chiesa mediante i Sacramenti. L'azione santificatrice dello Spirito Santo giunge a noi anzitutto attraverso due canali: la Parola di Dio ei Sacramenti. E tra tutti i Sacramenti, ce n'è uno che è, per antonomasia, il Sacramento dello Spirito Santo, ed è su di esso che vorrei soffermarmi oggi. Si tratta, come avete capito, della Cresima o Confermazione.

Nel Nuovo Testamento, oltre il battesimo con l'acqua, si trova menzionato un altro rito, quello della imposizione delle mani, che ha lo scopo di comunicare visibilmente e in modo carismatico lo Spirito Santo, con effetti analoghi a quelli prodotti sugli Apostoli a Pentecoste . Gli Atti degli Apostoli hanno pubblicato un episodio significativo a questo riguardo. Avendo saputo che in Samaria alcuni avevano accolto la parola di Dio, da Gerusalemme inviarono là Pietro e Giovanni. «Essi scesero – dice il testo – e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo» (8,14-17).

A ciò si aggiunge quello che San Paolo scrive nella Seconda Lettera ai Corinzi: «È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l'unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori» (1,21-22). Il tema dello Spirito Santo come “sigillo regale” con cui Cristo contrassegna le sue pecorelle è alla base della dottrina del “carattere indelebile” conferito da questo rito.

Con il passare del tempo, il rito dell'unzione si congurò come Sacramento a sé stante, assumendo forme e contenuti diversi nelle varie epoche e nei diversi riti della Chiesa. Non è qui il luogo per ripercorrere questa storia assai complessa. Quello che il Sacramento della Cresima è nella comprensione della Chiesa, mi sembra descritto, in modo semplice e chiaro, dal Catechismo degli adulti della Conferenza Episcopale Italiana. Esso dice così: «La confermazione è per ogni fedele ciò che per tutta la Chiesa è stata la Pentecoste. […] Essa rafforza l'incorporazione battesimale a Cristo e alla Chiesa e la consacrazione alla missione profetica, regale e sacerdotale. Comunica l'abbondanza dei doni dello Spirito […]. Se dunque il battesimo è il sacramento della nascita, la cresima è il sacramento della crescita. Per ciò stesso è anche il sacramento della testimonianza, perché questa è strettamente legata alla maturità dell'esistenza cristiana».

Il problema è come fare perché il Sacramento della Cresima non si riduca, in pratica, a una “estrema unzione”, cioè al sacramento della “dipartita” dalla Chiesa, ma sia il sacramento dell'inizio di una partecipazione attiva alla sua vita. È un traguardo che ci può sembrare impossibile vista la situazione in atto un po' in tutta la Chiesa, ma non per questo dobbiamo smettere di perseguirlo. Non sarà così per tutti i cresimandi, ragazzi o adulti, ma è importante che lo sia almeno per alcuni che poi saranno gli animatori della comunità.

Può servire, a questo scopo, farsi aiutare, nella preparazione al Sacramento, da fedeli laici che hanno avuto un incontro personale con Cristo e hanno fatto una vera esperienza dello Spirito. Alcune persone dicono di averla vissuta come uno sbocciare in loro del Sacramento della Cresima ricevuta da ragazzi. Ma questo non riguarda solo i futuri cresimandi; riguarda tutti noi e in ogni momento. Insieme con la confermazione e l'unzione, abbiamo ricevuto, ci ha assicurato l'Apostolo, anche la caparra dello Spirito che altrove chiama “le primizie dello Spirito” (Rm 8,23). Dobbiamo “spendere” questa caparra, gustare queste primizie, non seppellire sotto terra i carismi ei talenti ricevuti.

San Paolo esortava il discepolo Timoteo a «ravvivare il dono di Dio, ricevuto mediante l'imposizione delle mani» (2 Tm 1,6), e il verbo usato suggerisce l'immagine di chi soffia sul fuoco per ravvivarne la fiamma. Ecco un bel traguardo per l'anno giubilare! Rimuovere la cenere dell'abitudine e del disimpegno, diventare, come i tedofori alle Olimpiadi, portatori della fiamma dello Spirito. Che lo Spirito ci aiuta a muovere qualche passo in questa direzione!

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini. In particolare, un saluto alla parrocchia San Leone di Saraceno e alla Caritas di Teramo-Atri con il Vescovo Mons. Leuzzi, esortando a proseguire nel cammino di testimonianza evangelica. Saluto poi l'Associazione Donne Giuriste Italia e la Federazione Faita-Federcamping: tutti incoraggio nel rispettivo impegno quotidiano a servizio della collettività.

Il mio pensiero va infine ai giovani, agli ammalati, agli anziani e agli sposi novelli. Siamo

ormai vicini alla solennità di Tutti i Santi: vi invito a vivere questa ricorrenza dell'anno liturgico,

nella quale la Chiesa ci vuole ricordare un aspetto essenziale della sua realtà: la gloria celeste dei

fratelli che ci hanno preceduto nel cammino della vita presente e che ora, nella visione del Padre,

vogliamo essere in comunione con noi per aiutarci a raggiungere la meta che ci attende.

Preghiamo per la pace. La guerra cresce. Pensiamo ai Paesi che soffrono tanto. La martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar, il Nord Kivu e tanti paesi che sono in guerra. Preghiamo per la pace.

La pace è un dono dello spirito e la guerra sempre, sempre, sempre è una sconfitta. Nella guerra nessuno vince, tutti perdono. Preghiamo per la pace, fratelli e sorelle.

Ieri ho visto che sono state uccise 150 persone innocenti [nel nord della Striscia di Gaza. Tra loro sono stati uccisi 14 bambini ndr]. Cosa c'entrano con la guerra i bambini? E le famiglie? Sono le prime vittime. Preghiamo per la pace.

E a tutti la mia benedizione!





Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *