La surreale multa della Russia a Google: “Paghi 2,5 decilioni di dollari”. È più del Pil mondiale
Diceva Roberto Gervaso, ovvero il re degli aforismi, «niente ci rende più ridicoli degli sforzi che facciamo per sembrarlo». Se non ci fosse da piangere (visti i tempi di guerra), ci sarebbe proprio da ridere su come in Russia qualcuno tenti di portare più in là il senso del grottesco. Perché ci questo si tratta, sentendo la notizia che parla della multa affibbiata a Google per aver oscurato i programmi televisivi più graditi a Putin da YouTube. Insomma: 2 undecilioni di rubli, che a cambio fanno 2 decilioni di dollari, il che – da qualsiasi parte la si guardi – fa un po' teatro dell'assurdo. In pratica nel primo caso si tratta di un numero composto da un 2 con 36 zeri, nel secondo caso gli zeri sono 33 subito dopo un 2 e mezzo. In pratica 20 trilioni di trilioni di dollari, e visto che il diametro dell'universo calcolato in chilometri è più corto, resta il problema di metterli in fila tutti questi verdoni. Che poi, tra l'altro, rappresentano una somma 23 milioni di volte più grande di tutto il Pil terrestre, per cui si dovrebbe lavorare tutti gratis almeno un paio di millenni.
Insomma: scherziamo, ovviamente, questa cifra non si potrà mai pagare. E in un caso come questo non è tanto da che parte stare in questa assurda guerra, ma come recuperare un po' di civiltà in un mondo in cui un giudice si diverti a spararla così grossa. Si perché, appunto, la decisione del Tribunale amministrativo di Mosca viene giustificata dal fatto che la censura di YouTube sia cominciata nel 2020, ed abbia poi avuto un'accelerata nel 2022, dopo l'invasione in Ucraina (ah, no, scusate, l '«operazione speciale»): il primo canale oscurato fu Tsargrad, in seguito alle sanzioni Usa imposte al suo proprietario, poi se ne sono aggiunte altre decine. Oltre al fatto che 17 emittenti Tv stanno intanto facendo causa a Big G, tra cui uno gestito dal Ministero della Difesa della Federazione Russa. L'accusa, di Google, nei confronti della Russia è quello di alimentare la disinformazione. La stessa che la Russia si rivolge all'azienda americana. Un simpatico siparietto.
Come finirà? Beh, la Big Tech ha già fatto sapere di aver guadagnato lo scorso anno “solo” 88 miliardi di dollari, e quindi di pagare la sanzione non se ne parla, anche perché visto che Mosca ha sequestrato le azioni dell'azienda nel Paese, è stata dichiarata la bancarotta della locale filiale. Il Tribunale russo però non ha per niente il senso dell'umorismo, ed ha già fatto sapere che se la multa non verrà pagata entro nove mesi raddoppierà ogni giorno successivo alla scadenza.
A questo punto non resta che preparare la calcolatrice ei teoremi di Graham (quello del numero finito più grande utilizzato in matematica). E poi, tra l'altro, come dice un portavoce russo, «non abbiamo finito qui». Di ridere?