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Domani con Repubblica lo speciale elezioni americane: dai proclami di Trump e Harris alle interviste a Hulk Hogan e De Niro


Da un lato l'America di Donald Trump: il candidato repubblicano sopravvissuto a sconfitte, processi e attentati vuole tornare alla Casa Bianca, e punta su un linguaggio feroce e anti-migranti. Dall'altro quella di Kamala Harris: donna, con nell'albero genealogico la Giamaica degli schiavi e l'India dei poveri, rappresenta la multiculturalità del Paese e vuole fare la storia, ma deve dimostrare di non essere solo la continuazione dell'era Biden. A queste due Americhe che vanno al voto la Repubblica dedica uno speciale di otto pagine, che sarà domani in edicola con il giornale.

Ad aprirlo ci sono gli interventi di due grandi scrittori statunitensi. Percival Everettl'autore di Giacomo e Quanto bluracconta il declino etico del Paese, in piena involuzione culturale. Mentre Margo Jeffersonpremio Pulitzer e autrice di Negrolandiavede “una presidenza Harris come la possibilità per noi tutti di un nuovo inizio”. UN Maurizio Molinari e Gianni Riotta è affidata la presentazione dei due candidati. Molinari spiega quali sarebbero le priorità di una presidenza Trump: nei trecento ordini esecutivi da firmare il giorno stesso dell'insediamento alla Casa Bianca ci sarebbero tariffe e dazi che colpiranno Paesi come la Cina, la Germania e anche l'Italia; l'uscita dall'Accordo di Parigi sul clima; e poi, soprattutto, la “più grande deportazione di massa della storia americana” con l'espulsione di almeno 11 milioni di illegali.

(afp)

Riotta invece indica le sfide che sono davanti a Kamala Harris: “Ma se diventerà presidente degli Stati Uniti, alleati e nemici capiranno presto che non potranno applicare le misure studiate in passato per Washington. E dovremo fare i conti con lei”. Paolo Garimberti ed Enrico Franceschini immaginano invece cosa potrebbe cambiare nei rapporti internazionali dopo il 5 novembre.
Infine due reportage e due interviste. Paolo Mastrolilli e Anna Lombardi sono andati in due degli Stati in bilico, il Michigan e la Georgia. E ad affidarci le loro impressioni pre-elettorali sono due grandi sostenitori dei due opposti campi: Lombardi ha intervistato il wrestler Hulk Hogantra i volti simbolo della campagna di Trump, mentre Antonio Monda ha parlato con Robert De Niroche vede invece nel ritorno del tycoon il rischio del fascismo.



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