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Il Milan soffre un tempo, poi esulta con Reijnders. E il Monza è ko


L'olandese decide una partita con tanti errori e tante occasioni. Prima vittoria dei rossoneri in trasferta grazie anche a Maignan, che salva Fonseca nel primo tempo. Per Leao i 30 minuti finali, con tanto impegno ma tre brutti tiri

inviato a Monza Marco Pasotto

2 novembre 2024 (modifica alle 23:42) – MILANO

Tra il giorno dei santi e quello dei morti, il Milan non è né uno né l'altro. Vivo, sì, ma giusto per i tre punti. Per la santificazione, beh, al momento meglio lasciar perdere. La partita di Monza è quella classica da non far vedere ai tifosi rossoneri più schizzinosi: di buono c'è il risultato, e poco altro. Pochissimo. Una squadra friabile, con le gambe contratte dalla paura di sbagliare, con una debolezza difensiva strutturale, con Leao ancora una volta in panchina per un'ora. Un Diavolo salvato da Reijnders, che non casualmente per Halloween si era travestito da Power Ranger e si conferma uno dei pochi uomini della provvidenza. E un Monza che si mangia le mani per le occasioni gettate al macero. La vittoria serve ai rossoneri per non perdere ulteriore terreno dai piani più alti, ma se il Milan cercava di riprendersi un po' di autostima in vista del Real, difficilmente l'obiettivo è stato raggiunto. I brianzoli cadono ancora, e la classifica piange sempre di più.

le scelte

Detto di Leao, e del rientro dalla squalifica di Hernandez e Reijnders, anche per il resto Fonseca ha confermato le previsioni che circolavano in vigilia: Pulisic alle spalle di Morata, i due nuovi esterni alti di riferimento Chukwueze e Okafor, Thiaw e Pavlovic confermati coppia centrale e Terracciano preferito a Emerson Royal e Calabria a destra. Nesta a centrocampo ha ritrovato Bondo e ha preferito Bianco a Pessina, mentre a supporto di Djuric ha piazzato Mota Carvalho e Maldini (applaudito dai tifosi rossoneri).

colpe

Per raccontare il primo round è utile partire dalla fine, minuto numero 43, ovvero quando il Milan passa in vantaggio. E' utile per un semplice motivo: è uno dei vantaggi più immeritati nella storia di questo campionato. Un Diavolo per l'ennesima volta imbarazzante in fase difensiva, a cui si sono aggiunte colpe tattiche evidenti anche in mediana, con Fofana il più delle volte fuori posizione (spesso troppo alto quando il Monza manovrava) e particolarmente poco lucido nello sviluppo dell'azione quando la palla passava da lui, anche perché Djuric arretrava a disturbarlo regolarmente. Un centrocampo dove il Monza si è ritrovato quasi sempre in superiorità numerica e soprattutto con un grande pregio rispetto ai rossoneri: Mota Carvalho, Maldini e Djuric sono sempre stati punti di riferimento in fase offensiva. I compagni alzavano la testa e sapevano dove trovarli. Esattamente ciò che non capitava dall'altra parte, con Morata che come al solito doveva vagare fino alla linea di centrocampo per farsi dare palla e provare ad aprire varchi (lo spagnolo, però, ora sta iniziando un pelo a esagerare con gli “svuotamenti” d'area), Hernandez che entrava sempre dentro al campo e Okafor che non riuscivano a saltare l'uomo. Qualcosina meglio Chukwueze dall'altra parte ma, in generale, ancora una volta un Diavolo disequilibrato. Esposto a ripartenze sanguinose, con voragini di campo concesse ai rossi di Nesta. Insomma, un passo indietro evidente rispetto alla già non esaltante prestazione col Napoli.

riflesso

Le occasioni più gustose sono state dei padroni di casa. All'alba del match Feliciani ha annullato un gol a Mota Carvalho per un (presunto) fallo di Bondo su Hernandez (7', pessima la copertura difensiva rossonera), un sinistro di Kyriakopoulos ha sibilato a un passo dal palo (14'), ma le mani nei capelli i monzesi se le sono messe soprattutto al 16', quando Maldini ha dilapidato un cross perfetto di Pereira. Daniel, in totale solitudine, ha incredibilmente spedito a lato a due passi da Maignan. Ed è poi grazie al portiere francese se il Milan non è andato sotto poco più tardi su un colpo di testa di Pereira: riflesso prodigioso. Il Milano? Un paio di opportunità con Okafor, la prima delle quali ghiottissima e spedita in discarica. Ricapitolando: rossoneri fragili, impauriti e contratti, ma in vantaggio di un gol all'ora del contro Reijnders. L'infinito delle vie del calcio. All'ora di gioco Fonseca ha messo dentro Leao (per Okafor), che un minuto dopo ha sprecato malamente l'assistenza di Reijnders ai confini dell'area piccola. E' un Milan che aveva iniziato la ripresa rintanato negli ultimi trenta metri, ma che poi ha avuto il merito (il coraggio) di distendersi piano piano, quanto meno evitando di farsi schiacciare per tre quarti d'ora. Da segnalazione una sgasata di Theo terminata sui pugni di Turati, un paio di palle vaganti pericolose in area rossonera (Vignato, Maric) e poi, col Monza scoperto, un paio di erroracci sottoporta (clamoroso quello di Leao) che avrebbero potuto arrotondare il successo rossonero.





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