Nesta, hai ragione: spesso il regolamento va contromano. Il Milan sbuffa, la Juve brilla
Dentro Yildiz, fuori Danilo, e Motta riparte. Brividi rossoneri. Lo sfogo dell'allenatore del Monza è un grido che arriva da chi ama il calcio: l'aveva detto anche Fonseca
C'è modo e modo di vincere: la Juve brilla e scalda, il Milan soffre e sfuffa. Fanno comunque tre punti e (stavolta più che mai) sono quelli che contano, ché altrimenti la classifica si sarebbe fatta brutta brutta, non solo se si vuole pensare allo scudetto ma anche se si intende guardare al posto in Champions. Un obiettivo, quest'ultimo, imprescindibile per tutt'e dovuto: Motta e Fonseca non possono permettersi di mancarlo. Juve e Milan arrivavano da esibizioni insufficienti e risultati negativi nel turno di metà settimana, un altro insuccesso avrebbe aperto il primo processo della stagione bianconera e inaugurato un altro caos rossonero. L'hanno scampata.
regolamento contromano
—
Certo Motta esce meglio da questo sabato: il successo dei bianconeri a Udine non è mai stato in discussione. Fonseca invece ha tremato eccome di fronte al Monza, al quale è stato annullato un gol in modo abbastanza misterioso, o comunque inconsueto e caotico. Nesta alla fine si è sfogatopiù da ex campione e da amante dello sport che da allenatore della squadra penalizzata. Un po' come aveva fatto Fonseca dopo Fiorentina-Milan. Questo non è più calcio, ha detto Nesta, perché il contatto fa parte del gioco. Ha ragione. E ha sottolineato: è il regolamento che deve adattarsi al calcio, non il contrario. Una considerazione che vale ancora di più al tempo del Var. Ci siamo sentiti un po' tutti Nesta mentre lo sentivamo parlare: gli arbitri devono essere migliori, ma anche le norme devono aiutare lo spettacolo e chi lo osserva. Spesso, invece, sembra che il regolamento vada per conto proprio. Contromano.
Thiago e il suo robokoop
—
Sarà un caso, ma non appena Motta ha rimesso gli uomini al loro posto – Yildiz in campo, Danilo in panchina – la Juve ha ricominciato a funzionare. Con Kalulu e Gatti in mezzo alla difesa non ha subito gol (ne aveva presi sei nelle ultime due gare) e soprattutto ha vinto, per di più in modo autorevole, convincente, brillante. Da un po' i bianconeri non giocavano una partita così piena di cose buone, anche il successo contro la Lazio – l'unico nei cinque incontri più recenti – era stato molto sofferto, considerata l'inferiorità numerica degli avversari. A Udine, invece, si è vista una Juve efficace e anche divertente: tracce del calcio con cui Motta ci aveva deliziato a Bologna. È piaciuto Thuram, mai tanto intraprendente; è stato a momenti imprendibile Yildiz, talento che sa puro sacrificarsi. Sono stati loro due a disegnare le giocate decisive, anche se non sono finiti nell'elenco dei marcatori: è stata una casualità, hanno colpito due pali che hanno poi generato le reti decisive. Il fatto che a mettere la firma sul secondo gol sia stato Savona, conferma una volta di più la qualità dei giovani juventini: anche a Udine tra i titolari c'erano sette ragazzi nati in questo millennio. Koopmeiners non ha giocato la sua partita migliore, ma la presenza in campo dell'olandese la si avverte comunque: lui ha un peso diverso, come ha detto Motta. Ora che ha recuperato l'ex atalantino, Thiago ha di nuovo l'asse su cui costruire il futuro della Juve: una coppia difensiva solida, un centrocampo più consistente e davanti la forza di Vlahovic e la classe di Yildiz. Mischiare di nuovo le carte, come ama fare il tecnico bianconero, potrebbe intaccare le sicurezze appena ritrovate.
leo e maldini
—
Il Milano ha sofferto, dicevamo. Lo hanno aiutato – o forse salvato – due tra i migliori rossoneri della stagione: Maignan ha parato, Reijnders ha segnato (quanto è stata pesante l'assenza dell'olandese, unita a quella di Pulisic, nella sfida con il Napoli). Guardando al futuro, è evidente che Fonseca deve far crescere la squadra. Può riuscirci senza Leao, il calciatore di maggior talento? Se Rafa è quello che continuiamo a vedere quando viene mandato in campo, la scelta tecnica di lasciarlo in panchina non sembra una follia. È vero che Okafor a Monza ha bruciato un paio di ottime occasioni, ma Leao ha fatto lo stesso quando è entrato, le squadre si erano allungate e gli spazi erano più ampi. L'attaccante portoghese avrà forse spazio dall'inizio martedì a Madrid; di fronte al Real avrà un'altra occasione per dimostrare chi è (già, ma chi è?). Il Milan è stato spesso in difficoltà da Daniel Maldini, soprattutto nel primo tempo: alcune sue giocate sono state quasi travolgenti. Ha fatto una strana sensazione vederlo così, soprattutto perché di fronte aveva il Milan. Il Milan del nonno, il Milan del papà. Il suo Milano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA