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“Nulla contro Halloween, ma spero che la festa dei morti torni a crescere”, così La Russa su FaceBook – Orizzonte Scuola Notizie


Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha espresso un pensiero sui social riguardo la festa dei morti, una tradizione radicata in Sicilia che, nonostante le difficoltà, persiste ancora nelle case degli abitanti dell'isola. Pur non opporsi alla festa di Halloween, ormai consolidata anche in Italia tra il 31 ottobre e il 1° novembre e accolta con entusiasmo soprattutto dai bambini, La Russa ha manifestato nostalgia per la celebrazione tipicamente siciliana del 2 novembre.

“Non ho nulla contro la festa di Halloween, angloamericana ma ormai entrata anche nel nostro costume ogni sera tra il 31 ottobre e il 1° novembre, con molta gioia dei bambini (e non solo) felici di avere il dolcetto piuttosto che lo scherzetto e di travestirsi in anticipo del nostro italico carnevale. Ma ho nostalgia di una festa tutta siciliana nel giorno dei morti, il 2 novembre, che, sia pure con molta difficoltà, resiste ancora nelle case dei siciliani”. Lo scrive sui social il presidente del Senato Ignazio La Russa.

“Mamma e papà – ricorda – ci avevano spiegato che durante quella notte sarebbero venuti a trovarci, purché fossimo regolarmente addormentati, i “nostri” morti. Per me e per mia sorella Emilia, di poco più piccola, erano in particolare due nonni che non avevo conosciuto e un altro scomparso da poco, come anche zia Pidda, dolce zitella che avevo amato e conosciuto. Ci avrebbero prima solleticato le palme dei piedi per assicurarsi che non fossimo ancora svegli e poi, dopo una carezza, ci avrebbero lasciato i regali che avevamo desiderato e richiesto loro con una preghierina”. “Un cesto vicino al letto era pieno di giochi, regalini e dolciumi, ma poi cominciava la parte più eccitante: la “caccia al regalo”, perché i morti si erano divertiti a nascondere parte dei giocattoli in diversi angoli della casa”.

“Spero davvero che, senza nulla togliere ad Halloween, questa tradizione della festa dei morti dedicata ai bambini rimanga, anzi torni a crescere e contamini il resto d'Italia. Sarebbe bello che, come capitava a noi bambini delle prime classi della scuola elementare, i ragazzini di oggi, all'indomani del 2 novembre, si scambiassero la fatidica frase che mi risuona ancora nelle orecchie: “Chi ti lassanu i morti? Cosa ti hanno lasciato?”, davvero convinti, almeno per qualche anno, che il confine tra la morte e la vita il 2 novembre fosse annullato dall'amore e dalla gioia”.



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