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Genoa, Gilardino: “Io e la squadra siamo rimasti soli, Balotelli? Felice per lui. Ha grande motivazione”


Gilardino commenta in conferenza stampa la partita vinta contro il Parma.

Lorenzo Maria Napolitano

4 novembre 2024 (modifica il 4 novembre 2024 | 21:47)

Grazie alla provvidenziale rete di Andrea Pinamonti, il Genoa conquista un'importante vittoria contro il Parma e risale la classifica. Alberto Gilardinoche tra l'altro ha anche dato spazio al nuovo acquisto Mario Balotelli, ha così commentato il match in conferenza stampa.

Le parole di Alberto Gilardino

Sempre difficile uscire dalle difficoltà, oltre alla vittoria cosa le è piaciuto in particolare?

“Siamo stati squadra. Questo racchiude tante sfumature positive. Ho avuto risposte in queste settimane dal gruppo, anche delle difficoltà e stasera abbiamo raccolto. Grande interpretazione della gara, anche dei giovanissimi in campo. Non è scontato, in una situazione di emergenza, ho cercato di isolare la squadra da queste situazioni e continuerò a farlo Quest'anno siamo chiamati all'impresa per come è stato l'inizio e per come si sta evolvendo tutto ciò che succede al di fuori del campo. sono solo con loro ma non mi interessa, andiamo a combattere fino alla fine, li difenderò alla morte”.

Cosa può osare Balotelli?

“Faccio il plauso a tutta la squadra, chi ha giocato e chi ha subentrato, che è entrato con la giusta mentalità. Figlio felice per Marioha grande motivazione, dovrà allenarsi con continuità e accumulare minutaggio, sono convinto che nelle condizioni migliori ci può dare tanto. Dipenderà da lui“.

Hai detto di sentirti solo, manca il supporto della società?

“Questa è la realtà, le sensazioni che un allenatore sente in settimana sono queste. Non voglio entrare nei particolari, penso a lavorare sul campo con la squadra isolandoli da altre situazioni. Non è stato semplicesono arrivate tante sconfitte anche immeritate come contro la Fiorentina. Ma fare una prestazione del genere a Parma vuol dire che la squadra sta dando tutto, ha voglia e determinazione, abbiamo mosso palla e creato occasioni. Abbiamo vinto le seconde palle. Va dato atto alla squadra che deve continuare così, testa bassa perché il percorso è arduo e lungo, ci aspetta tra quattro giorni una gara fondamentale“.

Questa sconfitta è fondamentale e allontana le critiche:

“Soprattutto a livello mentale, veniamomo da due sconfitte e abbiamo preso schiaffi, ma non abbiamo subito contraccolpi psicologici. Abbiamo lottato, siamo rimasti dentro la partita, bravi tutti, non era per nulla semplice. Non è stato un periodo semplice ma questo dimostra che la squadra è attaccata alla maglia e ad un percorso lavorativo che facciamo da tempo, questo è fondamentale”.

Hai tolto i due esterni mettendo forze fresche sulle fasce:

“L'idea era quella, Zanoli e Martin avevano speso molto, era giusti cambiando i quinti. Ci stava come sostituzione. Tutti hanno interpretato bene, anche Masini quando è entrato. Ci serve gente che combatte, che corre. Thorsby e Frendrup fanno 14 chilometri a partita, Pinamonti e Ekhator si sono sacrificati e son stati bravi anche davanti. Dietro la difesa si è mossa bene”.

Frendrup ha inciso tanto, sembra pienamente recuperato?

“Sia lui che Thorsby, sono i nostri motorino, hanno corso tanto, abbiamo recuperato tanti palloni. Arrivavano i lanci di Suzuki ma siamo scappati bene e abbiamo anche preso la seconda palla. Le qualità del Parma potevamo metterci in difficoltà, siamo stati bravi a capire il tipo di partita, la avevamo preparata bene”.

Questa prova di sacrificio può essere d'esempio alla società?

“Io penso ai ragazzi e al campo, proteggendo la squadra. Non è una situazione semplice. Questa domanda non va fatta a me, altre dovrebbero rispondere. Come ho già detto, c'è bisogno di voler bene a questi ragazzi e soprattutto al Genoa, è una squadra che dà tutto, una piazza che ci applaude sempre e ama la squadra. Se vedono che i ragazzi danno tutto saranno sempre dalla nostra parte. Questa fotografia deve arrivare a 360 gradi, per il bene della squadra”.

Ha sempre saltato le tappe, cosa si porta dei suoi allenatori?

“Alla Cossatese giocavo, fare l'allenatore è più difficile. Poi ricordo con affetto la prima esperienza da allenatore al Rezzato. Ho avuto tanti allenatori bravi che mi hanno dato spuntimi hanno insegnato molto sotto il profilo mentale e motivazionale oltre che sul campo. Ho avuto maestri come Lippi, Ancelotti, Pioli, Mihajlovicil primo Prandelli. Ne dimentico qualcuno ma tutti mi hanno lasciato tantissimo”.



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