Oggi l’Assemblea: Figc e Serie A ancora distanti. Si muove la politica
Alle 11.30 l'incontro per cambiare lo Statuto La Lega vuole portare avanti il suo ricorso Abodi: “Il bene del sistema è priorità di pochi”
L'invito al dialogo continua ad arrivare da più fronti. Ma la distanza resta. Mancano poche ore all'Assemblea straordinaria per modificare lo Statuto della Figc (appuntamento alle 11.30 all'Hilton di Fiumicino), ma in diversi ancora sperano che il presidente Gabriele Gravina possa fare un passo indietro prima che venga messa al voto la sua proposta che, nonostante il momento su più fronti non facile del numero uno della Figc, ha i numeri per passare.
Le posizioni
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Il nodo riguarda la Serie A, che ritiene inadeguate le modifiche proposte da Gravina soprattutto rispetto a quelle che sono le indicazioni della legge in cui è contenuto il famoso emendamento Mulè, che prevede una maggiore rappresentatività in ambito federale per le Leghe che più sostengono il sistema a livello economico. La Figc propone un aumento minimo dei consiglieri (da 3 a 4) e di portare il peso della A in assemblea dal 12 al 18%. La risposta del club non si è fatta attendere. Nel loro piano si chiedono 6 consiglieri e un peso elettorale del 30%. Non solista. Gravina sostiene di aver dato al massimo campionato l'autonomia che chiedeva, parlando di un «fatto epocale» e sostenendo che si è «superata anche la Premier». Per la Lega Serie A si tratta di un'autonomia puramente organizzativa. Per avere quella che le permetterebbe di procedere con una reale riforma chiede che in caso di conflitti con la Federcalcio su determinate materie (come le licenze nazionali) spetti a lei avere l'ultima parola, con una sorta di parere vincolante. Anche su questo Gravina ha detto no: se Figc e Lega avranno posizioni diverse verrà mantenuto lo status quo.
Abodi e Mulè
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Il ministro per lo Sport Andrea Abodi giorni fa aveva auspicato che venissero accolte «con equilibrio gli indirizzi della norma dello Stato». Ieri ha sottolineato con una certa rassegnazione: «Tutto quello che era in mio potere fare, nel rispetto dell'autonomia, per mediare e cercare di risolvere questa situazione l'ho fatto. Purtroppo alla base c'è un problema culturale, l'interesse del sistema è una priorità per pochi e, soprattutto, non c'è sistema quando prevalgono gli interessi corporativi e sono in troppi a chiudersi nel proprio ambito». E sempre ieri è tornato alla carica anche il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia Giorgio Mulè, autore dell'emendamento che ha portato all'Assemblea di oggi: «Il vicolo cieco nel quale si trova il confronto tra la Figc e la Lega Serie A obbliga tutti a uno sforzo di maturità: è nell'interesse superiore del sistema e del corretto funzionamento delle istituzioni adoperarsi affinché quello attuale non si riveli un punto di non ritorno. La Figc non sia parte in causa ma si ponga responsabilmente al di sopra delle parti. In caso contrario ci si troverà in presenza della violazione di una legge dello Stato e saranno il Parlamento ei tribunali a dover dare seguito alla legge e colmare il vulnus».
Le mosse
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La Figc è convinta di aver rispettato le indicazioni della legge, ma l'idea di essere passibile da denunciare non deve comunque far piacere. Così come la possibilità che la Lega possa contestare la legittimità dell'Assemblea di oggi che – sfruttando una norma transitoria dello Statuto – avrebbe potuto svolgersi con le nuove percentuali elettorali. Finora su questo fronte è stato solo presentato un ricorso in via cautelativa, il destino dipenderà da se le istanze della Serie A verranno accolte oggi. La sensazione è che Gravina, convinto di essersi mosso nel migliore dei modi anche per rispettare tutti i componenti del sistema, non abbia alcuna intenzione di rivedere la sua formula. E questo a prescindere dalla sua posizione nell'inchiesta sui libri antichi, per cui è indagato dalla Procura di Roma per autoriciclaggio, tanto che ieri Mulè ha sottolineato come «da giorni sia al centro di articoli di stampa che mettono in dubbio la sua imparzialità» .
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