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Elezioni Usa, ecco come si vota per scegliere il nuovo presidente



Oggi, 5 novembre, negli Stati Uniti è l'election day: il giorno delle elezioni per scegliere l'inquilino della Casa Bianca per i prossimi quattro anni. La sfida è tra la vicepresidente uscente democratica Kamala Harris e l'ex presidente repubblicano Donald Trump. Si vota di martedì, come da tradizione, fin dal 1845. In precedenza, ogni Stato federato decideva quando votare. Nel 1845 una legge ha uniformato la data: il martedì dopo il primo lunedì di novembre. Allora gli Stati Uniti erano un Paese fondato sull'agricoltura e l'inizio di novembre era considerato un buon periodo per recarsi a votare perché il tempo del raccolto era terminato. Quanto al giorno della settimana, la domenica era esclusa perché da dedicare al Signore. Il mercoledì in molti posti era giorno di mercato. Per recarsi ai seggi, molti impiegavano anche un'intera giornata di viaggio. Non potendo muoversi la domenica e il mercoledì, anche il lunedì e il giovedì furono esclusi. Insomma, il martedì sembrò il giorno più adatto. In epoca contemporanea, è una scelta inusuale e di certo non favorisce l'affluenza alle urne. Il problema è stato in parte ovviato con la possibilità del voto anticipato e per corrispondenza.

Gli Stati Uniti, in ogni caso, restano uno dei Paesi con il tasso più elevato di astensionismo in generale (l'affluenza è più bassa alle elezioni del Congresso, un po' più alta alle presidenziali). Il record storico di votanti (dagli inizi del '900) si è registrato alle presidenziali del 2020, che hanno visto la vittoria di Joe Biden su Donald Trump: più di 155 milioni di cittadini si sono recati alle urne, quasi il 67%.

Per esprimere il diritto al voto, i cittadini statunitensi hanno l'obbligo di registrarsi. Gli elettori registrati alle elezioni del 5 novembre sono 187 milioni. Più di 64 milioni di cittadini hanno già espresso la loro scelta con il voto anticipato o per corrispondenza.

Negli Usa presidente e vice non vengono votati in forma diretta dal popolo, ma sulla base di un procedimento elettorale a due livelli. I cittadini quando votano scelgono 538 Grandi elettori ripartiti su base statale (cioè per ognuno dei cinquanta Stati federati) a seconda del numero dei cittadini (la California, lo Stato più popoloso, ha 54 Grandi elettori). Questi formano il Collegio elettorale e, a loro volta, votano il capo di Stato e il suo vice. Pertanto, a determinare l'elezione di fatto non è il voto popolare bensì quello collegiale: può succedere infatti che a vincere sia il candidato che ha ricevuto meno voti a livello nazionale, ma più voti collegiali (un numero più alto di Grandi elettori) come avvenuto ad esempio con la vittoria di Donald Trump nel 2016 contro Hillary Clinton.

Quest'ultima è stata la prima donna ad arrivare alla candidatura. Gli Usa hanno avuto finora due presidenti cattolici: John F. Kennedy (1961-63) e Joe Biden. Repubblicani e democratici sono contraddistinti da diversi colori: il Partito repubblicano si identifica col colore rosso, quello democratico con il blu.

(Foto Reuters: pubblicato in vendita in un negozio di Washington con i volti di Trump e Harris)





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