Paperon Pogacar: contratto a vita da 50 milioni in 6 stagioni. Ed è anche maglia oro
Nella stagione-record di Giro, Tour e Mondiale, si rinnova con la Uae Emirates fino al 2030: avrà 32 anni. “Questa è la mia famiglia”. Vendita a 200 milioni la clausola di rescissione
Da una settimana è sulle spiagge delle isole Seychelles con la fidanzata Urska Zigart. Prima di salire sull'aereo si è divertito ad Abu Dhabi, sede della sua Uae Emirates, al Mondiale Esports: Tadej Pogacar è testimonial con Peter Sagan della piattaforma emiratina MyWhoosh, che usa per gli allenamenti indoor di altissima precisione e la valutazione dei suoi allenatori sullo stato di forma, grazie allo smart trainer Justo 2 della padovana Elite, capace di rilevare con un sensore ottico millimetrico variazioni di potenza. Non solo: Pogi si dedica a sessioni live con gli appassionati, pedala e parla con loro. “Oggi i rulli, oltre a completare l'allenamento, ti iniziano le porte delle varie community. Virtualmente, posso pedalare insieme ad altre persone e questo mi piace: penso che il pubblico si diverte nel momento in cui riesce a collegarsi con me”. Quando tornerà in Europa, poi, il suo primo evento sarà un torneo di padel, organizzato a Erbusco, in Franciacorta, il 22 novembre dai suoi manager Alex e Johnny Carera (agenzia A&J All Sports). Sfiderà Philipsen e Girmay, Ciccone e Tiberi.
Abu Dhabi in bici
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Ma soprattutto, prima delle vacanze, c'è stato il rinnovo del contratto, a vita, con la Uae Emirates: è stato prolungato al 2030, quando Tadej avrà 32 anni. È arrivato in squadra nel 2019 che ne aveva 20. Le cifre sono mostruose come le sue vittorie: guadagnava 7 milioni di euro a stagione (bonus esclusi), ora sono 8 milioni l'anno. E questo significa che dal 2025 al 2030 in sei stagioni lo sloveno guadagnerà (almeno) 50 milioni di euro. Nessuno nel mondo del ciclismo ha mai toccato queste cifre: se volete un paragone, dopo la doppietta Giro-Tour nel 1998, la Mapei era pronta a dare a Pantani 10 miliardi di lire (5 milioni di euro), ma il Pirata restò alla Mercatone Uno. “Questa squadra è la mia famiglia – spiega Pogacar, 26 anni -. La Uae è stata la prima squadra che è venuta a cercarmi quando ero un ragazzino. Insieme, abbiamo avuto un grande impatto nel ciclismo. Qui ho pedalato con 2000 persone, sono orgoglioso di quanto abbiamo fatto in sei anni. Non erano così tante quando sono venuto qui per la prima volta”. Non solo: la clausola rescissoria prevista nel contratto è di 200 milioni, ma Mauro Gianetti, il team principal della Uae Emirates e artefice (con Pogacar) del progetto-bici ad Abu Dhabi, sorride quando ne parliamo a margine del Mondiale Esports: “Semplicemente , Tadej non è sul mercato, lui non vuole andare via, fa parte di questo Paese. Quanto sta facendo per Abu Dhabi vale molto più delle corse che vince, e Pogacar ne è orgoglioso, crea entusiasmo: ci sono bambini che piangono quando ricevono un il suo selfie, c'è una nazione che ha scoperto la bici e va in bici, c'è un legame fortissimo con la famiglia reale. La bicicletta è diventata lo sport nazionale dal lungomare della Corniche a Yas Marina per 105 km, e ne sono stati realizzati già 50. A fine 2025 poi sarà pronto il velodromo costruito all'interno del percorso ciclabile sull'isola di Hudayriat, nel 2028 qui si faranno i Mondiali strada e nel 2029 quelli della pista”.
la filosofia
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Ora la bicicletta no, c'è tempo prima di ripartire verso il 2025 dopo una stagione mai vista: 25 vittorie in 58 giorni di gara, doppietta Giro e Tour 26 anni dopo Pantani; la maglia iridata dopo quelle rosa e gialla nello stesso anno come solo Merckx e Roche; il quarto Lombardia di fila come solo Coppi. Su 11 gare (in linea ea tappe) alle quali ha partecipazione, Pogacar ne ha vinte nove. “Mi chiedete se mi sono rivisto in tv? Qualche highlight sì, ma non completamente, perché non so quanto sia appassionante vedere un corridoio che fa 50 chilometri da solo…”. Scherza, Tadej, sulle sue imprese: “È stata una stagione perfetta, non avrei mai immaginato di essere a questo livello. Finché mi diverto, non cambierò mai, il ciclismo mi piace così, me lo voglio godere come un gioco: perché quando non c'è divertimento, non ha più senso. E mi piace provarmi e testarmi, vedere i miei miglioramenti sulla bici, capire quanto posso spostare nel futuro i limiti più in là Se continuo così, posso lasciare una certa eredità, ma io non penso alla storia e ai confronti, vedo cosa succede anno dopo anno e cerco di godermi ogni momento, ogni corsa”.
il programma
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«Non abbiamo ancora definito il 2025 – riprende Pogacar -, ma il punto centrale sarà il Tour, e so che qui mi scontrerò con Vingegaard, è una grande rivalità, me l'aspetto sempre più forte. Ci sarà la Sanremo, farò qualche giro sulle pietre (il Fiandre, ndr)…, il Mondiale in Africa”. Gianetti è il più preciso: “Non partirà prestissimo, deve rifiatare. Non è esclusa ancora la doppietta con il Giro o con la Vuelta. La corsa rosa gli è veramente piaciuta molto, è stato felice di correre il Giro per l'ambiente e l' affetto che ha avuto dalla gente. Invece non farà la Roubaix: non possiamo pretendere che faccia il fenomeno sempre”.
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