Trump: «È la più grande vittoria di sempre, l’America tornerà grande»
«Abbiamo fatto la storia, è la più grande vittoria politica di tutti i tempi. Rimetteremo a posto il Paese, aggiusteremo i confini. E faremo l'America di nuovo grande». Donald Trump è ormai lanciato verso la vittoria e l'entusiasmo in Florida davanti ai suoi sostenitori è inarrestabile. Il risultato definitivo ancora manca, l'esito non è ancora ufficiale, ma appare ormai estremamente probabile. Se così, in assenza di sorprese-shock, sarà lui il nuovo presidente degli Stati Uniti. E il leader repubblicano sembra avere vinto nettamente: ha conquistato numerosi degli Stati cruciali considerati in bilico, del Sud e del Midwest. Anche la Pennsylvania, vero terreno di campagna, decisiva anche battaglia in queste elezioni. Le rete tv conservatrice Fox l'ha già assegnata a lui, il New York Times ancora no, ma ha definito un suo successo – con tre punti di vantaggio e quasi tutti i voti scrutinati – molto probabile.
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Elettori contro Biden e Harris
E anche per l'analista elettorale del Times, Nate Cohn, l'elezione di Trump è molto probabile, al 95 per cento. Il Washington Post ha intitolato Trump vicino alla vittoria. Determinante nelle motivazioni di voto – secondo gli esperti – il disagio economico espresso da molti elettori, il giudizio che il Paese va nella direzione sbagliata. E che sia «tutta colpa dei democratici», come ha ripetuto Trump per tutta la campagna.
Il testa a testa indicatore per settimane dai sondaggi c'è stato, ma la sfida, per quanto aperta fino all'ultimo, si è risolta in tutti gli Stati chiave con la vittoria di Trump. In Pennsylvania, appunto, ma anche in Michigan e nel Wisconsin, dove appariva chiaramente favorito. Così come in Georgia e nella Carolina del Nord, i primi due stati oscillazione a esprimersi per lui. E anche l'Arizona e forse il Nevada potrebbe aver dato il successo all'ex presidente. È crollato il muro blu dei democratici, mentre le previsioni della vigilia hanno ancora una volta sottovalutato la forza del populismo di Trump.
L'esultanza di Musk
«Gioco, set e match», gioco, set e partita: così, già nella notte, prima dei dati definitivi, Elon Muskil principale finanziatore e animatore della campagna repubblicana aveva sintetizzato sui social il successo di Trump. Tra i democratici si stava intanto diffondendo il timore di aver sbagliato i conti, di nuovo, contro la capacità di comunicare di un avversario, evidente ma imprevedibile.