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Un uomo solo al comando, i rischi della stravittoria di Trump Agenzia di stampa Italpress – Italpress


USA – USA – Donald Trump eletto 47° Presidente degli Stati Uniti d'America. Immagini dalla diretta elettorale (USA – 2024-11-06, FOTOGRAMMA) ps la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

di Stefano Vaccarà
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali degli USA travolgendo il “muro blu” degli Stati democratici (Pennsylvania già vinta, Wisconsin e Michigan ancora non ufficiali) che Kamala Harris avrebbe dovuto mantenere per ripetere il successo di Joe Biden di quattro anni fa. Invece la candidata democratica ha replicato il fallimento di Hillary Clinton di otto anni fa. La domanda è: ha vinto Trump grazie al suo essere Trump o per la debolezza dell'avversaria, la vicepresidente di Biden? Perché la maggioranza degli americani che ha votato per Trump, ha in queste elezioni ceduto all'attrattiva esercitata dal candidato repubblicano nonostante avesse tutte quelle zavorre caratteriali? Perché questi elettori volevano al comando degli USA un “rompi sistema”. Lo slogan “Far tornare l'America Grande di nuovo” (“Make America Great Again” – MAGA) è stato ancora una volta capace di dare la carica di andare a votare a milioni di cittadini americani. A loro l'America così com'è ora non piace.
Chi invece avrebbe dovuto votare a valanga per supportare Kamala Harris, cioè soprattutto le donne ei giovani, lo ha fatto non nei numeri sufficienti per contenere il movimento MAGA. Perchè? Probabilmente Kamala Harris non è riuscita a emergere come nulla di più di una “riserva” messa in campo troppo tardi. Harris non è mai riuscita a dare l'impressione di rappresentare la nuova generazione del partito democratico (a 60 anni nuova generazione? Barack Obama era un quarantenne quando vinse nel 2008), semmai Harris è apparsa per quello che era: la sostituta di un presidente troppo anziano per correre ancora; ma la scelta della sua vice è arrivata con troppo ritardo e utilizzando un metodo opaco. A Palm Beach in Florida Donald Trump ieri alle due di notte è apparso davanti ai suoi sostenitori con accanto la numerosa famiglia ei maggiori artefici della sua campagna elettorale e il suo vice JD Vance. Il futuro 47esimo presidente ha detto che manterrà le promesse fatte quando era 45esimo presidente: far tornare l'America forte e grande di nuovo e più sicura, soprattutto nei suoi confini ed espellendo gli immigrati già entrati illegalmente. Alla fine Trump ha detto che dovrà anche “guarire” il paese dalle profonde divisioni che si sono create negli ultimi quattro anni. “Il successo unisce e unirà gli americani”, ha concluso Trump.
Invece l'America il 6 novembre 2024 appare più spaccata, con la sua democrazia una volta formidabile nel praticare il “balance of Powers” ​​più traballante che mai – non come sistema elettorale ma nel rispetto dei principi costituzionali -. Questo perché Trump che torna alla Casa Bianca avrà forse non solo la maggioranza al Senato ma la maggioranza del Congresso pronto ad ubbidire, con in più una Corte Suprema che ha già dimostrato di volere gratificarlo e proteggerlo. Così mezza America si risveglia mercoledì come le accadde nel 2016, con un senso di incredulità da deja vu, ma cosciente che questa volta l'incubo del ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump arriva dopo l'assalto al Congresso del gennaio 2021 e le condanne per una serie di reati. Inoltre molti tra gli uomini e le donne che accompagnarono Trump la prima volta alla Casa Bianca per servire nella sua prima amministrazione, non ci saranno più. Perché pur appartenendo al suo partito, lo hanno poi definito un uomo pericoloso per la democrazia, addirittura un “fascista”. Già, chi ci sarà questa volta nell'ufficio ovale con Trump? Un uomo solo al “comando” degli Stati Uniti d'America non c'è mai stato. Neanche Lincoln o FDR ebbero la possibile concentrazione di poteri che Trump potrebbe ritrovarsi dal 20 gennaio 2025. (ITALPRESS) – (SEGUE). Trump del resto, al colmo del narcisismo, ha ripetuto recentemente che lui, essendo migliore di Lincoln, sarà considerato il migliore presidente della storia degli USA. Ok, ma chi non sarà d'accordo, sarà un “nemico del popolo”? La vittoria elettorale per la presidenza di Trump è stata netta, il sistema elettorale americano – tanto vituperato dal vincitore – ha funzionato. Ma la salute della democrazia? Se la vittoria dei seguaci di Trump risulterà netta anche al Congresso, la democrazia americana rischia di diventare ostaggio del movimento MAGA e del suo guru.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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