Giuli, sgombriamo il campo dai retropensieri – Notizie – Ansa.it
Esordisce entrando “subito nel concreto”, il ministro della Cultura Alessandro Giuli nel seguito dell'audizione sulle linee programmatiche del suo ministero, il 7 novembre davanti alle Commissioni Cultura di Camera e Senato riunite. Abbandona la cripticità che aveva contraddistinto il primo incontro del 9 ottobre con la scia di polemiche che si era portato dietro. Rassicura anche sulla intenzione di non fuggire, ma rispondere a tutte le domande.
Invita soprattutto a “sgombrare il campo nelle nostre discussioni da retropensieri su nomenclature che vanno, che vengono, stato etico, tentativo di orientare la cultura”.
Sorridente come sempre, “la missione di un ministro della Cultura – dice – è quella di dare delle linee programmatiche, di indirizzo, ne ho ereditate di buone, molto buone e fattuali con uno staff che malgrado il cambio di squadra era di altissimo livello così come lo è l'attuale”. I parlamentari dell'opposizione lo incalzano su precariato dei lavoratori del mondo della cultura e dello spettacolo, legge di bilancio, tax credit, crisi del mondo del cinema, legge per il libro e la lettura, fondazioni liriche e spettacoli dal vivo, diplomazia culturale e gli Istituti Italiani di Cultura con alla fine dell'audizione Luca Pirondini del M5S che vuole riprendere a tutti i costi la parola sulle fondazioni liriche contro le regole della seduta. Punto per punto il ministro risponde su tutte le domande in un'ora e mezza di audizione. “A proposito di dati di fatto, una settimana fa, oltre alle risorse stanziate nel decreto legge per il Sud Italia abbiamo destinato 10,5 milioni con appositi decreti al sostegno – afferma – di attività allo spettacolo dal vivo”. Volte tra l'altro “a valorizzare il patrimonio culturale attraverso le arti performative nelle aree periferiche delle città metropolitane che mi avete sentito citare con una particolare enfasi al netto di qualche raptus teoretico” dice ironizzando. Annuncia anche che “è in discussione un decreto legge sulla cultura che mi auguro entro fine anno venga approvato in Consiglio dei ministri. Questo decreto cultura ai fini di promuovere la lettura e la filiera libraria fornirà un contributo di 30 milioni di euro da andare alla biblioteche aperte al pubblico dello Stato per l'acquisto di libri”.
Favorita anche “l'apertura di nuove librerie sul territorio nazionale da parte di giovani fino a 35 anni: è stato istituito un fondo – ha detto – con la dotazione di 4 milioni” e gli uffici sono al lavoro “in queste ore per sbloccare, dopo 4 anni, i fondi già presenti della Carta Cultura: 20 milioni per acquisto di libri”. A Matteo Orfini, Pd, che lo invita a lottare per avere più fondi in manovra, risponde che “questo è il massimo sforzo nelle condizioni date. Intendo dire che questa legge di Bilancio evidentemente ha obbligato ciascun dicastero a delle oggettive azioni di razionalizzazione. C 'è taglio e taglio, però c'è anche modo e modo di combattere”. “Per il 2025, al taglio proposto dal Mef di 243 milioni, abbiamo ottenuto una riduzione del taglio a 147,6 milioni. Se fate una comparazione con i tagli subiti dagli altri ministri, la cultura ha resistito strenuamente da questo punto di vista. Quindi sostenere che il ministero della Cultura è stato commissariato da Giorgetti oppure da un partito non corrisponde al vero Come non corrisponde al vero dire che è stata massacrata la filiera del cinema e dell'editoria” sottolinea. Sulla particolare condizione dei lavoratori, che sta a cuore a Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi e Sinistra, Giuli fa notare che “in legge di bilancio siamo intervenuti già per migliorare l'indennità di discontinuità. Lo so, si può fare di più ma nelle condizioni data quello che posso assicurare è che non è finita così”. Quanto al mondo del cinema: “non c'è nessun supremo sovietico che sta per espropriarlo”. Il ministro insiste su due parole chiave, “perequazione e redistribuzione”, e sottolinea come si sia “riaperta una forma di dialogo nel perimetro stabilito da una legge che non era così brutta e penalizzante come si pensava, che certamente è perfettibile”.
Non manca l'impegno sul 2 per mille per il terzo settore, “bisogna immaginare di arrivare a un punto di accordo, ma questo va fatto in sede parlamentare”. Quanto alla cybersicurezza: “esiste nell'ambito della riorganizzazione del ministero una direzione generale digitalizzazione e comunicazione che sta lavorando”. “I ribelli degli Stati Uniti che hanno votato Trump, sono anche molto attenti alle grandi promesse della transizione tecnologica. Quindi un dialogo con quel mondo è necessario, indispensabile e al tempo stesso l'Italia ha una grande privilegio: essere da sempre terra di mediazione ” ha sottolineato. Sullo spettacolo dal vivo “sul quale si è parlato in forma imprecisa ed eccessiva, non c'è nessuna volontà di comprimere il raggio d'azione dei direttori artistici. Stiamo facendo un esperimento regolativo” spiega Giuli.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA