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I ragazzi, vittime e carnefici di un mondo troppo “liquido”


Sara, Aurorauccise dai due “fidanzatini”. Chiara, Melissache hanno ucciso i loro bambini neonati. Decine di ragazzi che si sparano davanti ai bar, in notti neanche brave, solo stupide e/o disperate, vuote. Decine che si odiano in bande al soldo delle mafie locali. I nuovi pericoli del crimine sono sempre più giovanisempre più sprovveduti, anche nel compiere il male, quasi invocheresti la perizia psichiatrica. Che è quasi sempre negativa: non sono pazzifigliolo assassini.

Allora, perché? Proviamo a ragionare ea mettere in fila le probabili cause di questa crescente litania di giovanissimi criminali.

  1. Non è vero, è sempre stato cosìanzi peggio, solo che c'era meno attenzione mediatica: argomento facile da smentire, dati alla mano degli ultimi cinquant'anni.
  2. IlCovidla solitudine, le sindromi da iperconnessione: possibile, forse probabile, per persone fragili, instabili, sole.
  3. L'eliminazione del principio di autorità: mancano punti di riferimento, gli adulti sono sempre più fragili, instabili, soli, vedi sopra. E così i figli. «Neanche un prete per chiacchierare».
  4. Una società troppo competitivache alza il tiro per permetterti di essere qualcuno. Tanto che ci sono giovane vip del mondo artistico che pensano sia meglio mollare, almeno per un po', per sopravvivere (vedi Sangiovanni e Alfafenomeni sanremesi, idoli dei teenager).
  5. Il cinismo che deborda in Paesi di capitalismo spinto, che hanno posto al top il profitto. Va bene, sociologia nota, ma che c'entra qui con la violenza facile?
  6. La crisi del modello familiare: siamo d'accordo, vedi punto tre. Ma dicevate che era la famiglia la causa della conflittualità dentro e fuori le mura domestiche…
  7. La debolezza delle cosiddette agenzie educative che sostenevano le mancanze familiari. Scuola, associazionismo laico e religioso. Vero, a scuola sono proibite parole come merito, fatica, sacrificio. I giovani danno tutto, se si chiede tutto. Se non si chiede più nulla, non danno nulla.

Ma il dramma personale e sociale è aver sostituito la parola comunità con comunitàaver svilito il termine amici. È perturbante scorrere la curva discendente dei legami affettivi nell'ambito tradizionale, famiglia, amicizie, posti di lavoronegli ultimi decenni. In maniera non proporzionale vendita verticalmente l'ambito sociale. Ovvero, ci si innamora, si diventa”fidanzatini” (che termini ipocrita, per dei ragazzini), ci si mette insieme… Trovandosi per caso in rete. Non servono commenti. Solo l'impegno perché le relazioni realigli incontri che ti cambiano e sostengono la vita continuando a esistere, diffondersi, crescere.

Ah, c'è ancora un punto, l'ennesimo, ma direttamentesecondo me, che riguarda il maggior responsabile, l'Autore dell'eccellenza del Maleche in assenza di riconoscimento e protezione (la retta coscienza e la fede) ghermisce volentieri proprio i più giovani (hanno più vigore, creano maggior danno e paura). Il diavoloprobabilmente.





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