Thiaw, la vita sottosopra in un mese: da ultimo della lista al gol del Bernabeu
Il centrale, che già arrivava da una stagione scorsa problematica e in estate era sul mercato, in poche settimane è tornato protagonista: la rete di Madrid è la prima in rossonero
Di solito per un allenatore, soprattutto se è nuovo e quindi ha bisogno di tempo per trasmettere le proprie linee guida, è buona norma dare la maggior continuità possibile al centro della difesa. Ci sono zone del campo dove le rotazioni sono più frequenti, a volte persino obbligate, ma davanti al portiere occorrerebbe in teoria la maggior stabilità possibile, una volta identificazioni gli uomini di riferimento. Perché servire affiatamento, occorre mandare a memoria tempi di gioco e caratteristiche del compagno. In questa stagione Fonseca quella continuità non ha potuto darla, a causa di alcuni guai fisici. A volte, invece, non ha voluto: Pavlovic, per esempio, dopo un inizio promettente si è ritrovato in panchina. E così, a un certo punto, è venuto fuori chi, fino a un determinato momento, era l'ultimo della lista. Quella di Malick Thiaw è una vera resurrezione, considerando che su quattro centrali a disposizione di Fonseca, partiva in ultima fila.
guai
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Colpa dei ripetuti guai fisici, iniziati già la scorsa stagione, quando aveva saltato due mesi e mezzo per una lesione miotendinea. Una volta tornato, non era più lo stesso. Un'annata compromessa. Anche quella attuale è iniziata in modo sofferto. Un avvio horror col Torino, alla prima di campionato, poi una distorsione a una caviglia che gli ha fatto saltare tre partite – Lazio, Venezia, Liverpool – e, allo stesso tempo, le interessanti prestazioni di Pavlovic ma soprattutto l'esplosione forte e massiccia di Gabbia. Insomma, Malick pareva destinato a rimanere al piano più basso delle gerarchie, ma a Fonseca va dato atto di non lasciare indietro nessuno. Quanto meno, di provarci. E così, con l'Udinese, rieccolo nell'undici titolare, ringraziando in questo caso il “castigo” inflitto a Tomori dall'allenatore dopo le insubordinazioni di Firenze. Da lì in poi, a parte il Bruges, Thiaw è stato sempre schierato titolare e la consacrazione è arrivata proprio sul palcoscenico più importante. Stadio Bernabeu e doppia gioia: aver fermato l'attacco multimilionario del Madrid e aver messo a segno il primo gol in rossonero in una partita che rimarrà nelle pagine europee più belle del club. Questa estate pareva che Malick potesse salutare e partire, eventualità rimasta attuale anche nel primo scorcio di campionato. Adesso è tutta un'altra storia.
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