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Un festival cinematografico per chiedersi dove sta andando l’uomo


“Uomo dove sei?” è il tema attorno a cui ruotano gli otto lungometraggi in concorso alla XXVIII edizione del Tertio Millennio Film Festdal 11 al 16 novembree al Cinema delle Province di Roma. Sono film che interrogano la nostra condizione umana secondo diverse prospettive e dinamiche. A partire dalle anteprime assolute in Italia con i film Signora Hofmann di Sébastien Lifshitz e Paternel di Ronan Tronchot dove si intrecciano perdita e redenzione, individualismo e riscoperta dell'altro, completano il quadro dei film in concorso opere come Di cani e uomini del regista israeliano Dani Rosenberg, o Canzoni della terra che brucia lentamente di Olha Zhurba, che ci mettono di fronte a storie di conflitti e perdite, ma anche di riscatto. Cou Perdutontry di Vladimir Perisic e Il mio compleanno di Christian Filippi esplorano l'impatto delle crisi sociali e familiari sui rapporti umani, mentre Mon Inséparable di Anne-Sophie Bailly e A proposito di Luis di Lucia Chiarla offrono intensi ritratti di vita che ci fanno riflettere sulla fragilità delle relazioni.

A spiegare nel dettaglio il senso del tema è Gianluca Arnone, codirettore artistico del festival spiega: «Uomo dove sei? è un richiamo al versetto della Genesi 3, 9, “Adamo dove sei?”che contiene un'indicazione importante a livello visivo, perché instaura una relazione scopica significativa tra chi guarda – Dio – e chi è guardato – l'uomo – e non si fa trovare. Un'immagine che ci ha molto suggerito, che parla al nostro tempo: oggi è il nostro sguardo che si vuole sostituire a quello di Dio con l'ausilio della tecnologia, in una sorta di delirio d'onnipotenza panottico che non ha nulla della cura di cui parla Geniio. Assistiamo semmai in maniera inquietante, a una sparizione dal nostro orizzonte dell'umano.
La sostituzione dell'uomo “fatto a immagine e somiglianza di Dio” con quella di un mero simulacro d'uomo, ora nelle fattezze dell'ologramma ora in quelle dell'avatar fino all'imitazione della sua attività intellettuale e spirituale con l'AI generativa. Tutto questo produce una serie di conseguenze drammatiche, molte delle quali non riusciamo neppure a misurarle. Il cinema ci viene allora incontro come antidoto, il vecchio farmaco che cura le immagini con le immagini: i film che abbiamo selezionato ci consentono di guardare e insieme di vedere. Di prendere coscienza. Ritrovando ora nelle immagini, ora in assenza di esse, quell'uomo che si era smarrito».

Una scena del film "Animali selvatici"2022, di Cristian Mungiu, che è stato in concorso a Cannes

Una scena del film “Animali selvatici”, 2022, di Cristian Mungiu, che è stato in concorso a Cannes

L'ALTRA FACCIA DELLA LIBERTÀ: LA RETROSPETTIVA DEDICATA A CRISTIAN MUNGIU

Al XXVIII Tertio Millennio Film Fest una retrospettiva completa su Cristian Mungiu, cantore del “nuovo cinema romeno” e autore tra i più affermati, apprezzati e brillanti della generazione “postdicembrista”. Di formazione letteraria e apprendistato giornalistico, cinematograficamente il cineasta si è formato sotto l'ala protettiva di Radu Mihãileanu, già presidente della giuria della scorsa edizione del Tertio Millennio Film Fest.

La retrospettiva si inserisce perfettamente in questa edizione del festival perché il pubblico e il privato, l'intimo e l'universale, lo scontro e il dialogo, la politica e la vita, la libertà e la repressione, l'individuo e la comunità, la fuga e la “restanza”, il reale e l'allegorico si fondono nel cinema del regista romeno in chiave sempre attualezzante e sempre dialettica, alla ricerca inesausta di una breccia, di un varco d'analisi, di una sopraelevazione spirituale che dia senso all'esistenza, che cementi uno spirito comunitario, che perdoni e liberi da malefatte e insensatezze della Storia. Oltre alla retrospettiva completa, il regista terrà anche una masterclass aperta al pubblico.

I PREMI

La giuria interreligiosa, presieduta dal regista Tommaso Santambrogio, decreterà il vincitore del Tertio Millennio Film Fest premiando, tra i lungometraggi in concorso, l'opera capace di rivelare – per temi, proposta espressiva e forza emozionale – il mistero di un sentire comune, una verità che abbraccia ogni differenza suggerendo, con l'evidenza dell'arte e nel rispetto di tutte le sensibilità e cultura, l'universalità della condizione umana.

La Giuria del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani premierà, tra i film in concorso, quello che rispecchia il meglio del cinema d'autore e l'originalità di stile e formato.

Composta da studenti di Scienze della comunicazione dell'Università Pontificia Salesiana di Roma, la giuria, guidata da Renato Butera, Professore Straordinario di Teoria e tecniche dell'informazione giornalistica, assegnerà a uno dei lungometraggi in concorso, un riconoscimento a quell'opera che si imporrà per freschezza di sguardo, audacia narrativa e originalità di messa in scena.

IL CONVEGNO

Al Tertio Millennio Film Fest è dedicata la giornata di apertura l'11 novembre nella prestigiosa Aula Magna della Pontificia Università Gregoriana con il convegno – alle ore 16.00 – sul tema del festival, organizzato in collaborazione con il Centro Studi Interreligiosi della Gregoriana, coordinatore da don Giuliano Savina, direttore dell'UNEDI – Ufficio Nazionale per l'Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della Conferenza Episcopale Italiana e dal prof. Ambrogio Bongiovanni, direttore del Centro Studi Interreligiosi della Pontificia Università Gregoriana. Teologi cattolici, ortodossi, protestanti, ebrei, musulmani e induisti condivideranno la ricchezza sapienziale delle proprie tradizioni per indagare il tema di questa edizione del festival.

A seguire, alle ore 18.00, la proiezione di Vittoria di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman. In questa occasione, i registi riceveranno il Premio Fuoricampo, giunto alla sua sesta edizione e assegnato da Tertio Millennio Film Fest, Religion Today e Popoli e Religioni. Il riconoscimento è conferito al film che ha saputo, meglio di ogni altro, rilanciare e declinare il tema della ricerca del significato più profondo della vita e di scuotere le coscienze, illuminando le zone d'ombra e le luci dell'animo umano, quello che normalmente si trova, appunto, fuoricampo.





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