Cina svela maxi piano da 839 miliardi di dollari in swap a sostegno degli enti locali
Salvare i governi locali diventa l'obiettivo primario della Cina di Xi Jinping che svela un programma straordinario da 6mila miliardi di yuan (839 miliardi di dollari) per rifinanziare il debito delle municipalità dissestate, messe ancor più in crisi dalla bolla immobiliare.
Un ritorno a rischio. Con Trump di nuovo al potere Pechino vara ulteriori misure – peraltro in parte annunciate nei mesi scorsi ma non ancora implementate – per sostenere un'economia in rallentamento che difficilmente potrebbe affrontare l'incognita dei nuovi rischi derivanti dalla rielezione di Donald Trump e dei maxi dazi annunciati del 60% senza finire in ginocchio. Ha così approvato un programma da 6mila miliardi di yuan (839 miliardi di dollari) per rifinanziare il debito delle municipalità – una delle storiche zavorre delle finanze pubbliche cinesi – mentre vara ulteriori misure per sostenere un'economia in rallentamento. La crisi del settore immobiliare ha tolto ogni possibilità di finanziamento attraverso la vendita della terra, il mercato è fermo, coperto da costruzioni invendute o non completate.
Quadro complicato. Il piano approvato dal Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo è stato rivelato dall'agenzia di stampa Xinhua, che però ha fornito pochi dettagli sulle misure adottate. Una caratteristica, questa, che è diventata una costante degli ultimi tempi con effetto annuncio poco circostanziato e tempi morti tra lancio delle misure e attivazione delle stesse. La mossa in ogni caso fornisce maggiore chiarezza a molti investitori che aspettavano un quadro più completo delle misure fiscali promesse dalla Cina per ravvivare la fiducia dei mercati.
L'economia cinese è cresciuta del 4,6% nel terzo trimestre, il ritmo più debole da marzo dello scorso anno, mettendo in dubbio la capacità di Pechino di raggiungere il suo obiettivo di espansione annuale di circa il 5 per cento.
Xi vuol collaborare. Il rallentamento ha spinto i politici a orientarsi verso politiche più favorevoli, compresi i tagli dei tassi di interesse e aiuti per i mercati azionari e immobiliari. La manovra di fine settembre ha innescato uno storico rally azionario e ha spinto le banche globali, tra cui Goldman Sachs, ad aggiornare le loro previsioni per un'economia da 18mila miliardi di dollari. Ma il quadro si complica con la vittoria elettorale di Trump che alimenta la strategia di Pechino di rafforzare le politiche per stimolare la domanda interna per compensare un potenziale calo delle esportazioni a causa delle minacce tariffarie associate alla politica del presidente neoeletto per il secondo mandato. Il presidente Xi Jinping, non a caso, ha subito telefonato alla Casa Bianca per congratularsi e auspicare che Usa e Cina collaborino.