Se l’antisemitismo riemerge dopo una partita di calcio
di Lorenzo Rossi
Amsterdam, città simbolo di tolleranza e apertura, è stata teatro di eventi che ne macchiano la reputazione agli occhi del mondo. Gli scontri tra ultras sono una costante di tante squadre di calcio ma qui c'è l'aggravante dell'odio razziale. Dopo la partita di calcio tra Ajax e Maccabi Tel Aviv, vinta dai padroni di casa per 5-0, le strade del centro sono state scenario di violenze inaudite contro tifosi israeliani. Una folla, apparentemente filopalestinese, ha aggredito i sostenitori del Maccabi, lasciando dietro di sé un bilancio di dieci feriti e oltre cinquanta arresti.
Il primo ministro olandese, Dirk Schoof, ha espresso profonda vergogna per quanto accaduto, definendo gli attacchi come atti antisemiti e promettendo che i responsabili saranno perseguiti. Tuttavia, le sue parole, per quanto sincero, non possono cancellare l'onta che grava sulla città. La sindaca di Amsterdam, Femke Halsema, ha dichiarato: “Ieri abbiamo assistito a uno scoppio di antisemitismo ad Amsterdam come speravamo di non vedere mai più”. Parole che risuonano come un'ammissione di colpa collettiva. Non possiamo ignorare il peso storico di tali eventi. Il re d'Olanda, Guglielmo Alessandro, ha paragonato le aggressioni al fallimento del suo Paese nel proteggere gli ebrei durante la Shoah, affermando: «Abbiamo fallito nei confronti della comunità ebraica dei Paesi Bassi durante la Seconda guerra mondiale, e ieri sera abbiamo fallito ancora». Un'ammissione che dovrebbe far riflettere profondamente.
L'antisemitismo, questo male antico, sembra trovare nuove forme e giustificazioni nel contesto attuale. Le tensioni in Medio Oriente non possono e non devono essere un pretesto per atti di violenza contro individui innocenti in Europa. Come ha sottolineato il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani: «Dare la caccia agli ebrei non significa difendere il popolo palestinese. In Europa non c'è spazio per l'antisemitismo». È inquietante osservare come, in un'epoca in cui ci vantiamo di aver superato gli orrori del passato, certi fantasmi tornino a manifestarsi con tale virulenza. Le immagini diffuse sul web, che mostrano persone a volto coperto e con bandiere palestinesi aggredire tifosi israeliani, sono un monitorito. Non possiamo permettere che l'odio si insinui nelle nostre società, travestito da legittima protesta politica.
Le autorità olandesi hanno promesso azioni decise. Ma le promesse non bastano. È necessaria una riflessione profonda e collettiva su come prevenire e combattere l'antisemitismo in tutte le sue forme. Non possiamo permettere che le strade delle nostre città diventino teatro di cacce all'uomo basato sull'odio razziale o religioso. Gli eventi di Amsterdam sono l'ennesimo campanello d'allarme.