Economia Finanza

La partita spaziale di Elon. Una rete di 6mila satelliti decide i destini del mondo




Immaginate di poter ricevere internet ovunque vi trovateate: basta una piccola antenna da piazzare sul tetto e poi mettere il naso all'insù per godervi il passaggio di un treno luminoso nel cielo, neanche fosse la notte di San Lorenzo tutto l'anno. Ecco Starlink, una delle magie di Elon Musk, la Rete via satellite che sta conquistando la Terra e anche oltre. Visto che, grazie ai lanci dei Falcon di Space X, viene regolarmente fornita di nuovi ripetitori che ad oggi si contano in seimila. E che probabilmente presto saranno almeno il doppio.

Tutto bene, insomma, se non fosse che Musk ne è l'unico proprietario e la usa a momenti alterni. Per esempio: quando è scoppiata la guerra in Ucraina l'esercito di Zelenskyj poteva scovare il nemico in ogni dove proprio grazie alla connessione regalata dal magnate sudafricano, che poi però ha iniziato a fare i capricci quando Putin ha alzato la cornetta per cercare di fare affari con lui. Ma adesso che Trump ha intenzione di far finire l'«operazione speciale» in 24 ore dal suo insegnamento, ecco che Musk presenzia alla telefonata del presidente (ri)eletto con il numero uno ucraino promettendo di rimettere tutto a posto. Insomma in un clic è pronto a decidere le sorti del mondo (e forse, tutto sommato, è un bene visto quel che c'è in giro).

Ma come funziona Starlink? Con la parabola (quadrata per altro) puntata sui suoi satelliti, ognuno dei quali ha quattro ripetitori per far navigare gli utenti senza problemi. La genialata di Elon è quella di aver messo la sua costellazione a 500 km di altezza, ovvero un'orbita molto di bassa rispetto a quella dei satelliti tradizionali. E questo permette di risolvere il problema più importante delle connessioni che arrivano dal cielo rispetto a quelle mandate nelle nostre case dalla fibra ottica, ovvero la latenza. In pratica: mentre prima nelle linee satellitari il tempo di risposta a un nostro comando era di circa 500 millisecondi (un obbrobrio soprattutto per i videogiocatori), grazie alla distanza ridotta il tutto si sta riducendo progressivamente verso i 30 ms previsti dalla rete ad alta velocità . Che, tra l'altro, verrà presto raggiunto: Starlink viaggia a 600 megabit al secondo, ma arriverà al Giga della concorrenza terrestre con l'obbiettivo non troppo lontano da raggiungere i 10. Insomma: non ci sono problemi. O forse, qualcuno dice, sì.

L'espansionismo galattico di Musk ha già creato, per esempio, dei disagi all'osservazione dell'universo, visto che le luci del suo caravanserraglio spaziale stanno progressivamente oscurando il panorama ai telescopi piantati sul nostro suolo. Per non parlare delle lamentele degli astronomi che hanno rivelato un inedito buco nell'ozono sopra al Polo Nord a causa, dicono, del gas propano usato per i continui lanci dei razzi dal Kazakhistan, là dove prima se ne contavano un paio l'anno. E poi c'è pure il fatto che il suo regime di quasi monopolio (ci sono altri servizi satellitari, ma nessuno ha i mezzi che ha lui per piazzare le sue antenne) fa sì che il suo marketing sia praticamente imbattibile: all'uscita Starlink costava moltissimo, ovvero 99 dollari al mese, a cui si aggiungeva il costo del kit fai-da-te per ricevere il segnale. Adesso, di sconto in sconto, qui in Italia – oltre al costo dei pezzi di montaggio (349 euro che spesso vengono scontati, o anche annullati) -, si paga 29 euro per il piano con limiti di trasmissione per arrivare ai 40 di quello senza barriere.

Un affare, in pratica, perfino per il mondo intero. Perché se poi Musk può davvero fermare le guerre staccando internet, forse è meglio farselo amico (e questo è un consiglio utile a chi è capace di prendersela con Giorgia Meloni).



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