Stupri, aggressioni e vandalismi. Gli episodi di intolleranza sono quadruplicati in un anno
«L'antisemitismo non ha posto in Europa», ha detto Ursula von der Leyen dopo l'ennesimo caso ad Amsterdam. Però il «posto» l'antisemitismo se lo prende. E basta guardare i dati a disposizione, anche se non ancora aggiornati all'intero 2024. È infatti la governance Ue ad aver certificato, meno di un mese fa, che in Europa gli episodi sono cresciuti vertiginosamente dopo gli attacchi di Hamas in Israele del 7 ottobre 2023. Triplicati in Francia e in Germania, quadruplicati in Austria come in Italia; nei Paesi Bassi +800% in un anno. Danimarca ai massimi livelli di allarme dai tempi della Seconda guerra mondiale: conta circa 7mila ebrei, si denuncia pochissimo eppure il capo della comunità ebraica parla di un «antisemitismo sotto steroidi».
Per il commissario per la Promozione dello stile di vita europeo Schinas «la situazione è drammaticamente peggiorata», ma la tendenza dopo i primi episodi post 7 ottobre è stata a sminuire la portata della minaccia nostrana. Quella che covava nell'Ue e di cui c'erano abbondanti avvisaglie nelle piazze, sui social, nelle scuole e nelle università, o sotto la cenere di associazioni Pro-Pal che gridano l'hashtag #freepalestine. Monitoraggio sociale, certo. Ma con strumenti legislativi talvolta incapaci di stabilire gli odiatori.
La Francia che ospita la più grande comunità ebraica d'Europa è ormai abbonata alle «marce bianche» di solidarietà. Nel 2023 vedeva una media di 4 episodi al giorno, ma nel primo trimestre 2024 ne conta 366 (+300% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente). Non servire citare i casi più estremi come lo stupro di una 12enne in quanto ebrea, da parte di compagni di scuola islamici nella città di Courbevoie lo scorso giugno, per radiografare un dramma che in decine di casi ha assunto le sembianze della «caccia». In metro, a Parigi, le aggressioni sono pubblicate in rete come vanto da francesi di origine araba; non finiscono neppure più sui giornali. Moltissimi ebrei lasciano l'Esagono. Chi resta si cautela: vedi l'abitudine sempre più diffusa a cambiare nome quando si ordina il cibo a domicilio tramite app.
Va peggio in Germania. Già a fine novembre 2023 c'era un'impennata: 994 atti (+320% rispetto allo stesso periodo 2022). Oltre alla sinagoga Kahal Addas Jisroel presa a colpi di molotov a Berlino, danneggiamenti, ingiurie e sputi contro ebrei all'ordine del giorno. Per questo, contro il parere delle sinistre, il Bundestag ha appena approvato una mozione per colmare lacune legali ipotizzando anche l'espulsione immediata di studenti responsabili di atti antisemiti nelle classi Oltrereno. Nulla si fa invece in Belgio, dove anzi si tollerano «ronde» di conversione all'islam; e un imam che il 13 febbraio 2024 ha recitato in uno dei «parlamenti» cittadini di Bruxelles un versetto del Corano che invita i musulmani a uccidere gli ebrei.
L'Ue condanna, ma non punisce. Mette sullo stesso piano antisemitismo e islamofobia.
Finora ha solo rinnovato i finanziamenti per progetti di lotta all'antisemitismo: da 5,2 milioni nel 2021 a 11 nel 2023. Chi può permetterselo ricorre a vigilanza privata. Gli altri sperano di non incrociare lo sguardo sbagliato inviato da iPhone