Mosca va al contrattacco per ridisegnare i confini. E Kiev studia la sorpresa
C'è una guerra che si gioca a colpi di proclami, con le diplomazie al lavoro e la grande attesa per quello che sarà il nuovo corso americano firmato Donald Trump. E in parallelo, strettamente connesso alle parole che arrivano da lontano, c'è il conflitto, quello che vero, fatto di bombe, missili, droni e vittime, anche civili. Perché non è affatto un caso che l'offensiva russa abbia trovato nuovo vigore negli ultimi giorni, proprio mentre il presidente eletto americano inizia a tessere la tela per un possibile negoziato che potrebbe tracciare nuovi confini. E chi arriva al tavolo in posizione di forza non può che trarne giovamento. Anche se Donald giura che non ha intenzione di svendere Kiev a Putin, al Cremlino vogliono accelerare, cercando di occupare quanto terreno più possibile sfruttando il momento di incertezza internazionale.
E così, come prima mossa, è cominciata la controffensiva nel Kursk, per riprendersi tutte le zone occupate dall'esercito ucraino da quando in estate era riuscito a sorprendere le difese russe penetrando agevolmente oltreconfine. Là dove al fronte ci sono anche i soldati nordcoreani mandati da Kim, l'obiettivo dell'armata rossa è quello di isolare i reparti ucraini con attacchi sincronizzati con anche mezzi aerei ed elicotteri per supportare l'operazione.
Ma dove i russi hanno intensificato maggiormente le operazioni è il Donbass, una parte di Ucraina che la Russia vorrebbe fare sua in tutto e per tutto. Qui da mesi la resistenza ucraina sta vacillando con le forze di Mosca che stanno conquistando sempre più terreno, costringendo gli ucraini a ripiegare anche perché uomini e mezzi iniziano a scarseggiare. Anche per questo Zelenskyj ha rinnovato gli appelli all'occidente per ricevere un'assistenza più concreta per resistere all'avanzata nemica. C'è una linea rossa che sembra sul punto di crollare a breve, quella di Kurakhova-Pokrovsk, con i russi che sarebbero già penetrati a ridosso del villaggio di Toretsk conquistando anche Selydove. Da qui si arriva a Pokrovsk, snodo cruciale per Kiev per quanto riguarda i rifornimenti verso il fronte. Se cadesse, sarebbero guai seri. Intanto Mosca continua anche con bombardamenti e missili sulle città. Ieri a Kharkiv due civili sono rimasti uccisi dopo un raid mentre proprio nel Donetsk oltre 500 persone, tra cui 77 bambini, sono stati evacuati dopo che gli attacchi russi hanno provocato una vittima e diversi feriti e molti palazzi residenziali, che nulla hanno a che vedere con obiettivi militari, sono stati pesantemente danneggiati. Un morto e tredici feriti registrati anche a Odessa, dove Mosca ha colpito la città con una pioggia di droni mentre diversi razzi sono stati lanciati su Nikopol. Inoltre, prosegue l'attacco sistematico alle fonti energetiche, come le centrali elettriche, con il chiaro obiettivo di lasciare la popolazione al freddo e al buio in vista dell'imminente arrivo del gelo.
La strategia ucraina va avanti su un doppio binario. Da una parte la difesa, dove e come possibile, dall'altro attacchi in profondità oltreconfine e l'idea, per il momento soltanto sulla carta, di una nuova operazione. I droni di Kiev arrivano costantemente a bersaglio, anche a grande distanza dal confine, colpendo depositi di armi e munizioni, raffinerie e di recente anche la flotta russa nel mar Caspio. Ma non basta.
Al vaglio dei generali ci sarebbe anche un nuovo blitz di terra per una mini invasione in stile Kursk che costringerebbe Mosca a rivedere i propri piani ma il rischio sarebbe di lasciare sguarnite le linee sugli altri fronti. Il tempo che passa, gioca a sfavore dell'Ucraina. Mentre si resta appesi a ciò che succede a Washington.