La Calcio Commedia, il viaggio nell’aldilà: Dante De Zerbi, Ibra in purgatorio e Balo all’infermo
“Nel mezzo del pallon di nostra vita”, un libro unico riscrive il grande classico con il calcio al centro. Pelè e Maradona palleggiano nuvole cadenti, tra i beati Pablito ricorda Bearzot e Baggio dice di togliere la tattica ai bambini, Riva si scaglia contro i tiri a giro…
I libri sul calcio sono un'infinità, vecchi o nuovi, corti o lunghi, “belli e brutti” direbbe George Weah. Qualche volta però spunta un pezzo unico. E “Nel mezzo del pallon di nostra vita”, francamente, è in una categoria sua. E chi l'ha mai scritta una mini Divina Commedia in 16 canti, con endecasillabi e terzine dantesche, mettendo Allegri e Maradona, Materazzi e Ibrahimovic al posto di Paolo e Francesca? Luigi Garlando ha fatto tutto questo in qualche settimana, con un'abilità francamente impressionante. Qui siamo di parte – l'autore è la prima firma del calcio per la Gazzetta – ma Aldo Cazzullo, editorialista del Corriere, ha parlato di “esercizio di bravura al limite del virtuosismo, tipo Maradona che palleggia scalzo con le arance”. Paragone alto, paradisiaco.
Un Dio giochista
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Maradona nel libro confronta ma… arriva in fondo. Calma. Per le spiegazioni, prego, partire dall'inizio. Il libro è una rivisitazione della Commedia dantesca: Roberto De Zerbi, come Dante Alighieri, racconta il suo viaggio tra inferno, purgatorio e paradiso. Il suo Virgilio è Nils Liedholm, la sua Terra un pallone vecchio stile, in cui i pentagoni neri ospitano i dannati, gli esagoni bianchi le anime nobili. Religiosi e atei sannono che qui Dio è giochista e il mondo è ordinato con principi chiari: chi ha fatto divertire la gente con lo spettacolo viene premiato, mentre i catenacciari sono condannati in eterno. Che fine facciano Allegri e Mazzarri, Mourinho e il Cholo Simeone, lo capite da soli.
Allegri all'inferno
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Il viaggio è uno spettacolo e nella testa restano alcune immagini. Collina che, come Minosse, regola il traffico delle anime e – chicca – per rispondere a una domanda di Liedholm consulta Irrati al Var. Materazzi che, per contrappasso, prende a testate le fiere infernali: “Teneva a bada i cani con la testa / come Zidane alla Coppa del Mondo”. Ibra che, nel girone dei mercenari, sfila in passerella come una modella con tutte le maglie della sua vita. E ancora, Mazzarri che piange come in zona mista, vestito da Pierrot. O Allegri che si dichiara felice di essere all'inferno e non nelle sfere celesti, dove dovrebbe sentire Sacchi che spiega il calcio al mondo. Se interessa la schedina celeste, qualche risultato dai campi: Ibra è in purgatorio, Materazzi e Balotelli all'inferno, Garrincha e George Best in paradiso.
Papé Rappan, Aleppe
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Dante-De Zerbi passa di cerchio in cerchio, risale il purgatorio e si affaccia in paradiso, dove incontra i grandi numeri 9, i fantasisti che hanno fatto divertire il mondo e gli allenatori più mitici, che parlano di calcio 24 ore al giorno. Nel viaggio, citazioni dantesche che fanno comodo nel ripasso per l'interrogatorio di venerdì alla prima ora. Grazie su tutte. La prima, nel girone dei violenti: “Lasciate ogni speranza voi che entrate / sulle caviglie e non per il pallone”. La seconda tra i traditori del gioco, dove Karl Rappan, allenatore austriaco di metà secolo, sostituisce Satana nell'endecasillabo “Papé Rappan, papé Rappan, aleppe!”.
De Zerbi al Barça
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Il finale del libro, forse, per una volta si può anticipare. De Zerbi a pagina 1 è un allenatore disoccupato, demotivato e con la barba lunga su una panchina di Sassuolo, ma sulla strada incontra Maradona, che gli vaticina un futuro al Barcellona. E Barcellona, in fondo, è a sole cinque ore d'auto da Marsiglia. Accadrà e, con buona pace di Flick, RDZ finirà su un'altra panchina, al centro del Camp Nou. Prima di fare segno di no con la testa – “De Zerbi al Barça? Impossibile” – sapere che un altro libro di Garlando, scritto nel 2017, finisce con la Francia campione del mondo 2018. Come sia andata in Russia, lo sapete senza consultare gli almanacchi.
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