Anche The Guardian abbandona X: «Promuove idee razziste e teorie complottiste di estrema destra»
Guerra alla disinformazione: il quotidiano britannico The Guardian ha deciso di abbandonare X la piattaforma di social media controllata dall'imprenditore Elon Musk. I vantaggi di essere su X, un tempo nota come Twitter, sono ampiamente superati “dagli aspetti negativi”, ha spiegato il giornale, che nella sua versione online ha un grande seguito anche negli Stati Uniti.
La decisione di non postare più su X, dove il Guardian ha oltre 80 account con 27 milioni di follower, è stata presa a causa dei “contenuti sempre più preoccupanti” del sito, che ora “promuove idee razziste e teorie complottiste di estrema destra” .
Il giornale ha spiegato in un articolo che stava meditando da tempo di ritirarsi da X e che il modo in cui sono state seguite le elezioni americane è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Secondo il Guardian, è evidente che Musk sta usando X per i suoi fini politici e che presentandosi come difensore della libertà di espressione in realtà promuove e diffonde pericolose falsità.
I messaggi di Musk e in generale i contenuti di X non sono più filtrati e verificati, come accadeva su Twitter, e quindi anche le teorie più estreme o storie inventate di sana pianta possono raggiungere milioni di follower, che le prendono per vere.
Durante la campagna elettorale Usa Musk ha “bombardato” i suoi milioni di seguaci su X con contenuti non solo a favore di Trump ma palesemente falsi, ad esempio continuando a sostenere la storia – negata dalle autorità della città e mai dimostrata – che gli immigrati illegali rubavano gli animali domestici di cittadini americani per mangiarli.
L'imprenditore ha anche ripristinato gli account di persone che erano state radiate da X per i loro messaggi dai contenuti razzisti o misogini, come Alex Jones, Andrew Tate e Tommy Robinson. Quest'ultimo, condannato come leader di un'organizzazione di estrema destra in Gran Bretagna, ha usato X per incoraggiare i violenti disordini di piazza dell'estate scorsa in Inghilterra, esortando i suoi sostenitori ad assaltare centri di accoglienza per immigrati.
Musk ha reagito all'annuncio del Guardian dichiarando che il giornale, schierato a sinistra su temi sia politici che sociali, è una “ignobile macchina propagandistica” del tutto “irrilevante”.
I giornalisti del Guardian restano liberi di postare su X, ma il giornale incoraggia i lettori a utilizzare il suo sito ufficiale invece dei social media.
Il Guardian non è il solo a criticare X: anche l'Unione Europea, oltre a organizzazioni non governative hanno espresso preoccupazione per i contenuti diffusi sulla piattaforma. Lo scorso anno sia Pbs, una tv americana che National Public Radio, una radio americana indipendente e non profit, si sono ritirate da X dopo essere state state critiche dalla piattaforma.
Il festival del cinema di Berlino ha annunciato di recente la decisione di abbandonare X, mentre la forza di polizia del Galles settentrionale ha smesso di usare la piattaforma spiegando che “non è più in linea con i nostri valori”.
Intanto Musk si prepara a ricoprire un ruolo sempre più importante in politica. Dopo il suo aperto sostegno anche finanziario alla campagna di Donald Trump, il futuro presidente gli ha dato l'incarico di guidare un nuovo ministero dell'efficienza governativa. Musk ha dichiarato che intende licenziare molti funzionari e tagliare drasticamente la spesa pubblica, in linea con quello che aveva fatto a Twitter.
Dopo aver acquistato la piattaforma di social media nel 2022 per 44 miliardi di dollari e averla ribattezzata X, l'imprenditore sudafricano aveva licenziato seimila dipendenti, pari all'80% della forza lavoro.